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Il pensatore più sottovalutato del Novecento. Non servono trattati, atti accademici o conferenze universitarie per essere considerati dei veri pensatori! Questo, purtroppo il nostro secolo sciocco non lo ha ancora capito, e considera l’aforisma un semplice divertissement, alla stessa maniera di quegli eruditi che nel seicento reputavano gli incisori inferiori ai pittori, senza rendersi conto che della stessa arte si trattava. Ma in fondo a questo si richiamano queste perle di saggezza: il nostro secolo è meno evoluto di quanto si creda, è più bigotto di quanto non vogliano nascondere tutti i progressisti. E solo un lembo di saggezza strappato dal funereo tempio della pedanteria puó salvarci da una morte asfittica. “L’unico progresso è dubitare del progresso”.
Gli escolios di Gomez Davila costituiscono un raccolta di pensieri rapsodici scagliati dall'autore come dardi infuocati nel ventre molle della modernità.Non è quindi possibile ricostruirne l'ordine come se fossimo di fronte ad un trattato; quello che si può fare è evidenziarne l'ispirazione di fondo ovvero la ricerca solitaria di chi intende sopravvivere con le armi dello spirito in un tempo in cui la dissoluzione operata dal moderno ha raggiunto il suo apice. Il libro è da consigliare come un vero e proprio manuale di resistenza.
Primo tassello di quella monumentale "miniera per gli amanti del conservatorismo", come ebbe modo di definirla Ernst Jünger, rappresentata dall'opera, ricca di aforismi penetranti, intensi, arguti e più attuali che mai nella loro inattualità, firmata Nicolás Gómez Dávila. Notevolissima l'introduzione di Gabriele Zuppa.
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