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Viene criticamente analizzata l’opera di Ernst Cassirer sia sotto il profilo della sua collocazione storica nella filosofia tedesca dei primi decenni del Novecento, sia alla luce di alcuni grandi temi teorici che legano indissolu-bilmente il Cassirer neokantiano al Cassirer maturo della ‘filosofia della cultura’.
scheda di Bonino, G., L'Indice 1997, n. 4
A Cassirer Massimo Ferrari aveva già dedicato un libro alcuni anni fa: "Il giovane Cassirer e la scuola di Marburgo" (Angeli, 1988). Il nuovo libro, come indica anche il sottotitolo, si propone un'indagine più ampia, che tenta di ricostruire un itinerario filosofico unitario a partire dalla produzione più strettamente legata agli insegnamenti marburghesi di Hermann Cohen e Paul Natorp, fino alle opere della maturità come la "Philosophie der symbolischen Formen*. Il punto di partenza è costituito dall'"Erkenntnisproblem in der Philosophie und Wissenschaft der neueren Zeit" (il cui primo volume è del 1906). Ferrari esamina approfonditamente la questione dei rapporti tra indagine storiografica e intenti sistematici della filosofia di Cassirer, mostrando come la prima conquisti gradualmente una posizione meno subordinata rispetto a quanto avveniva nei lavori di Cohen e di Natorp. Altri capitoli molto interessanti sono quelli sull'interpretazione della teoria della relatività e sul periodo amburghese di Cassirer, un periodo in cui egli ebbe modo di frequentare la biblioteca di Aby Warburg, che stimolò in lui nuovi interessi e lo condusse verso gli studi di filosofia della cultura. Un particolare accento è posto sull'umanesimo cosmopolitico di Cassirer, che lo portò a dissentire dall'ondata nazionalistica che si impadronì della cultura tedesca negli anni della prima guerra mondiale e che lo contrappose a Heidegger in un dibattito svoltosi a Davos nel 1929 (dibattito cui è dedicato un intero capitolo).
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