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Vinile LP + CD Audio
Anno edizione: 2018
57,90 €
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Edizione in doppio vinile.
Per oltre sette anni un silenzio di tomba ha riempito le stanze della più grande fucina black metal del mondo, ma ora i poteri oscuri hanno risvegliato i DIMMU BORGIR giusto in tempo per il loro 25° anniversario. Finalmente stanno per fare ritorno con un’opera d’arte che può essere definita “senza tempo”, nel vero senso della parola “Eonian”. Infatti, nato dalle menti oscure di tre compositori, “Eonian” esplora un concept filosofico legato all’illusione del tempo. Il nucleo dei compositori consta del carismatico cantante Shagrath, del mago della chitarra Silenoz e di Galder, ma altre facce familiari emergono dall’oscurità: il batterista Daray e il tastierista Gerlioz fanno ancora parte della squadra, mentre Gaute Storaas si è occupato degli arrangiamenti corali delle maestose e magniloquenti voci del coro Schola Cantrum. L’artwork è stato realizzato da Zbigniew M. Bielak (GHOST, BEHEMOTH, MAYHEM). Il decimo full-length dei DIMMU BORGIR contiene dieci canzoni prodotte dalla band stessa in collaborazione con Jens Bogren.
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L'ennesimo album dei Dimmu Borgir
17 maggio 2020
A 8 anni di distanza da Abrahadabra, la proposta dei Dimmu Borgir si allontana ancora di più dalla furia black metal di un tempo. "Eonian" è ad oggi probabilmente il lavoro con gli arrangiamenti corali più sfavillanti della loro discografia, e come espresso da Shagrath la volontà di accentuare questo aspetto era chiara durante il lavoro di composizione. Purtroppo a non brillare particolarmente, ancora una volta, è il songwriting, ormai piuttosto scontato e appiattito da una produzione curata ma poco dinamica. La formula è quella di sempre, ed è questo probabilmente che rende comunque piacevole l'ascolto, ma non basta assolutamente per gli autori di un "Death cult armageddon", tanto per non andare a prendere da un passato più lontano. I momenti migliori si trovano nelle sperimentazioni tribali di "Council of wolves and snakes", nei grandiosi chorus di "The unveiling" e del singolo accattivante "Interdimensional summit", oppure nell'apocalittica "The empyrean phoenix"; in parole povere, la prima metà dell'album è più ispirata della seconda, dove si avverte un calo di attenzione evidente (come spesso accade nella discografia dei Dimmu Borgir). Ma anche nelle canzoni più significative, tutto è troppo ordinario e schematico, anche nel panorama del metal sinfonico, già molto affezionato alle soluzioni prevedibili. Forse ormai la Fortezza oscura è diventata sede per uffici e contabili.
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