Nella tomba di Tutankhamon, «dietro alcuni degli affreschi più importanti della storia egizia si nascondono due camere segrete. E magari anche lei, L'inafferrabile Nefertiti»
Tombe reali di Amarna, Egitto. Il fascio luminoso della torcia accarezza la parete grezza. «Nefertiti avrebbe dovuto trovarsi qui» borbotta Zahi Hawass davanti al loculo scavato nell'arenaria, desolatamente vuoto, aggrottando le sopracciglia cespugliose. «Invece non c'è proprio nulla.» La Regina del Nilo è scomparsa senza lasciare tracce. Dopo oltre tremila anni il suo corpo non è stato ancora rinvenuto. Di lei ci resta il magnifico busto di pietra con la corona blu, conservato a Berlino, ideale di bellezza femminile. «Signora della gioia, piena d'amore», Nefertiti era adorata dal popolo, moglie amatissima del faraone «eretico» Akhenaton – che nel XIV secolo a.C. sfidò i potenti sacerdoti di Tebe e si votò al culto dell'unico dio Aton, il Sole –, con lui fondò la città di Amarna, nel cuore del deserto, e alla sua morte salì forse al trono come un vero faraone, con il nome di Smenkhara. L'affascinante ed enigmatica sovrana rimane però uno dei tanti misteri ancora sepolti sotto le sabbie dell'Egitto, forse il più avvincente: dov'è la sua tomba? In molti l'hanno cercata, senza successo. L'ultimo in ordine di tempo è l'archeologo britannico Nicholas Reeves, secondo cui la regina delle regine giace in una cripta segreta nella Valle dei Re, dentro la tomba del figliastro Tutankhamon, il Faraone d'oro, nascosta dietro una parete con il suo favoloso tesoro. Alcuni avveniristici test scientifici sembrerebbero confermare l'audace teoria, però manca la prova definitiva per poter annunciare la «scoperta del secolo». La star degli egittologi, l'archeologo Zahi Hawass, l'«Indiana Jones» del Cairo, e il regista Brando Quilici, che dopo anni di documentari girati in Egitto di faraoni ormai se ne intende, ci raccontano l'appassionante avventura archeologica sulle tracce di Nefertiti intervallandola con coloriti aneddoti di viaggio e di avventure sottoterra tra mummie, pipistrelli, serpenti «importuni» e germi letali. Per «braccare» la Bella del Nilo viene schierato un vero arsenale tecnologico, anche se, come sostiene Hawass, «un radar da solo non ha mai scoperto niente in Egitto»: servono l'esperienza e il fiuto dell'archeologo, più una buona dose di fortuna. «Nefertiti, se ci sei, stiamo arrivando.» Brando Quilici, regista, ha prodotto e diretto oltre 100 special per reti televisive di tutto il mondo, tra cui National Geographic e Discovery Channel, e vinto numerosi premi, come il Jackson Hole in America e la Palma d'Oro al Festival di Antibes. Tra i suoi progetti più famosi si contano Iceman per Discovery Channel, Iceman - Murder Mystery per NOVA PBS, King Tut's Final Secret , sulla morte di Tutankhamon, e Nefertiti and the Lost Dynasty , sulla ricerca della mummia di Nefertiti. Nel 2014 ha prodotto e co-diretto per il cinema il film Il mio amico Nanuk , distribuito in 30 paesi.
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