"... ho ritrovato gli schiamazzi dell'osteria che mi echeggiavano in testa e le risate della risacca pigra del lago. E il suo epico eroe non scuote una spada ma è un calciatore, o un luogo, un frutto o un animale, un bambino o un adulto, e la sua voce è capace di tenerli in vita, per sempre, perché rimangano eroi. Né piccoli né grandi, perché non importa. E se la pioggia è la pipì di Montale, allora l'Olimpo è uno stadio. E i gladiatori sono antichi signori in braghette che corrono dietro a una palla arancione di un Como-Juventus del 1907 e i silenzi sono piccoli sussurri di quiete, e sono donne imprendibili come onde" (dalla prefazione di Luca Di Fulvio).)
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