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Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil
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Descrizione


'Brilliant and disturbing' Stephen Spender, New York Review of Books The classic work on 'the banality of evil', and a journalistic masterpiece Hannah Arendt's stunning and unnverving report on the trial of Nazi leader Adolf Eichmann first appeared as a series of articles in the New Yorker in 1963. This edition includes material that came to light after the trial, as well as Arendt's postscript directly addressing the controversy that arose over her account. A major journalistic triumph by an intellectual of singular influence, this classic portrayal of the banality of evil is as shocking as it is informative - an unflinching look at one of the most unsettling issues of the twentieth century. 'Deals with the greatest problem of our time ... the problem of the human being within a modern totalitarian system' Bruno Bettelheim
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Dettagli

2022
Paperback / softback
336 p.
Testo in English
198 x 129 mm
247 gr.
9780241552292

Conosci l'autore

Hannah Arendt

1906, Linden (Germania)

Filosofa tedesca. Formatasi nelle università di Marburgo, Friburgo e Heidelberg, ebbe come maestri Heidegger, R. Bultmann e K. Jaspers.Di origini ebraiche, nel 1933 emigrò in Francia, per poi trasferirsi negli Stati Uniti nel 1940.I suoi principali interessi si sono orientati sull’agire politico, inteso come dimensione pubblica dell’esistenza umana.In "Le origini del totalitarismo" (1951), la Arendt ricostruisce il processo storicoche ha condotto alle dittature europee e alla seconda guerra mondiale; i momenti decisivi di tale processo (antisemitismo, imperialismo e trasformazione plebiscitaria delle democrazie) sono interpretati come effetti di una complessiva de-politicizzazione della cultura moderna."Vita activa" (1958) propone l’e1aborazione in termini filosofici...

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