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libro consigliatissimo. con uno stile chiaro e incalzante Panarari ci offre un quadro per nulla edificante sulla sottocultura opprimente di cui siamo vittime e inconsapevoli fruitori.
Il libro è piacevolissimo, spiritoso e sa essere, al contempo, critico e caustico verso il costume e la società italiana che si sono venuti a formare in questi ultimi trent'anni; oltretutto ricco di un sarcasmo spietato (cfr. pag. 48 dove si dice: "quante volte al giorno ci capita di sentire da qualche aspirante subrettina [...] il mio sogno è sfondare nel mondo dello spettacolo? Santi numi, la lingua è importante, come diceva qualcuno!"). Peccato che Panarari abbia scritto questo saggio nel 2010, perché se lo avesse pubblicato in questi ultimi anni, avrebbe trovato materiale su cui discutere ancora più trash di quello che era in auge fino a qualche anno fa (ad esempio le trasmissioni della Barbarona D'Urso nazionale, di gran lunga deteriori di quelli della De Filippi, per non parlare di programmi di alto livello culturale come "Temptation Island"). Tuttavia le considerazioni dell'autore meritano un paio di chiose: Panarari auspica il pluralismo delle idee, motore primo di una democrazia liberale, salvo asserire a pie' sospinto un ritorno di un'egemonia culturale di matrice comunista come avveniva prima del crollo del muro di Berlino (e chi lo ha detto che solo quella sponda politica abbia creato modelli culturali alti?!); ultima, ma non meno, importante considerazione: la tanto da lui vituperata (e siliconata) Alba Parietti ha sempre ammesso una certa avversione verso Berlusconi (salvo aver condotto diversi programmi sulle sue reti) e di aver sempre votato PCI durante la Prima Repubblica , quel PCI che era votato pure da Pasolini, Moravia, Sciascia o Calvino. Meditate gente, meditate...
Il ritratto della Maria De Filippi è semplicemente sublime, una vera chicca!
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