La formazione di un buon medico, di un buon infermiere, di un buon fisioterapista, di un buon educatore professionale, di un buon terapista della riabilitazione è ancor’oggi centrata soprattutto sulla costruzione di una competenza tecnica che produca un’expertise capace di agire in conformità con protocolli e standardizzazioni della medicina ufficiale. Ma quella che non viene considerata di pari dignità è la possibilità di formare i futuri professionisti della cura anche alle doti di riflessività, responsabilità umana, “impegno” personale ed ascolto competente. Operazione questa che fa propria una “medicina della persona” costituita dal crocevia dei saperi, delle scienze e dell’etica della cura. Ci siamo mossi, nel progettare questo volume, al confine tra scienze dell’uomo, scienze biomediche e le loro epistemologie, ed abbiamo costruito occasioni formative che “espongano” la mente degli studenti a temi/criticità/contraddizioni presenti nella quotidianità delle professioni mediche e sanitarie. Nell’impianto di questo volume abbiamo utilizzato più registri: le sequenze di film presenti nei dvd che accompagnano il testo, i frammenti di riflessione prodotti dagli studenti e, ovviamente, in forma più tradizionale, i saggi con i necessari riferimenti alla letteratura scientifica sui saperi di cura. Abbiamo voluto mettere gli studenti di fronte alla complessità del loro pensiero, alle loro aspirazioni, ai loro sentimenti, alle loro emozioni, aiutandoli a capire che la formazione alla professione di cura è, comunque, una forma di “narrazione”, la cui consapevolezza emerge riflettendo sulle proprie esperienze. In sostanza, vogliamo invitare gli studenti ed i professionisti ad assumere loro stessi come oggetto della loro formazione.
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