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Un libro completo che fa ragionare su molte idee sbagliate dell'economia e di particolari scelte politiche. Ho apprezzato molto il linguaggio semplice e la moltitudine di esempi usati come ulteriori prove per dimostrare le tesi. Libro pubblicato nel 1946, ma ancora validissimo. 4 stelle meritate
I primi confronti della modernità, fra difensori dell’economia di mercato e quella statalista, avvengono fra Hayek - Scuola Economica Austriaca (liberale) - e Keynes - Scuola di Cambridge (interventista) -, nel 1944 alla conferenza mondiale di Bretton Woods, mentre la fine della guerra era vicina. Ebbene, nel 1946 a conferma delle tesi delle libertà economiche, si pubblica questo famoso saggio di Henry Hazlitt, diventando una specie di guida in difesa della libera iniziativa e contrario agli interventi del potere pubblico nelle attività economiche e produttive. Aggiornato in due versioni nel 1979 e 1962 le tesi vengono in modo convincente riconfermate; ed a distanza di oltre mezzo secolo, nel nuovo millennio alla luce delle esperienze economiche europee – e non solo –, come allora lo stesso autore osservava all’ultima pagina, oggi possiamo concludere pure noi che di fatto, questa utile lezione non è servita ai nostri politicanti pasticcioni. Infatti, i governanti continuano con le solite ambigue buone intenzioni ad intervenire nei problemi che sorgono nello sviluppo economico dei vari Paesi, con le loro eterne misure populiste: non fanno altro che disorganizzare ciò che il modello spontaneo che l’Ordine Spontaneo, di Ludwig von Mises, sa meglio adeguarsi alla realtà, seguendo le preferenze dei consumatori, piuttosto che le scelte vengano dai politici che raramente sanno interpretare gli interessi della collettività soprattutto a media e lunga scadenza. In questo senso quest’opera, di facile lettura, serve ad insegnare anche ai profani, come funzionano i meccanismi dell’economia e ciò che non si deve fare per evitare di disorganizzare un modello economico che genera ricchezza e la distribuisce secondo i meriti. Dunque, una lettura che dovrebbe essere adottata nei nostri istituti superiori, affinché le nuove generazioni si liberino dei preconcetti che fino a recentemente li avviava verso le tesi socialiste, i cui disastrosi risultati abbiamo sotto gli occhi.
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