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Qual è il ruolo svolto dall'economia italiana nel recente contesto europeo e mondiale? E quale spazio potrà occupare il nostro sistema economico e produttivo nel prossimo futuro? Ce la faranno gli italiani, i lavoratori e le aziende, a reggere le sfide dell'Europa, nel più vasto contesto dell'economia globalizzata? In questo volume, che segue L'oro di Europa, uno dei nostri più autorevoli e lucidi commentatori raccoglie una serie di contributi sulle vicende dell'economia italiana, costantemente in bilico tra strette opportunità e rischi ricorrenti.Il titolo riassume bene le preoccupazioni dell'autore. Se i problemi della società e dell'economia italiane sono antichi, a lenirne almeno in parte gli influssi, in anni più felici sono bastati alcuni elementi positivi che hanno caratterizzato tutta la nostra storia: "l'essere un paese demograficamente giovane, pieno quindi di speranze e di attese. L'essere un paese povero, ricco dunque di gente disposta a sacrificarsi, a lavorare, a emigrare, a fare di tutto per migliorare il proprio stato". Oggi, però, le cose non sembrano più stare così: "la reazione degli italiani alla propria condizione attuale, e alla possibilità che essa peggiori, rischia di essere quella di Lucignolo, che assieme a Pinocchio sale sul carro dell'omino piccino e si avvia senza una cura al mondo verso il paese dei balocchi, ignaro che il destino suo, del suo amico e di quelli come loro, sia di trasformarsi in una schiera di asini".Il rischio maggiore è quello di una marginalizzazione strategica, che ci veda occupare posizioni di complemento, senza poter vantare punti di effettiva forza nella distribuzione internazionale del know how, delle potenzialità tecnologiche, dei saperi condivisi.Le tessere del mosaico disposto da Marcello de Cecco disegnano un quadro che non è certo improntato all'ottimismo. Ivincoli che ci consegna il nostro sistema-paese sono forti, e peseranno non poco sul futuro. Si tratta caso mai di vedere se essi costituiscono nel loro insieme una sentenza già irrevocabilmente pronunciata, o se si può ancora fare qualcosa, da parte dei principali centri di decisione del nostro paese, per correggere e rafforzare il nostro scenario di medio e lungo periodo.
Qual è il ruolo svolto dall'economia italiana nel recente contesto europeo e mondiale? E quale spazio potrà occupare il nostro sistema economico e produttivo nel prossimo futuro? Ce la faranno gli italiani, i lavoratori e le aziende, a reggere le sfide dell'Europa, nel più vasto contesto dell'economia globalizzata? In questo volume, che segue L'oro di Europa, uno dei nostri più autorevoli e lucidi commentatori raccoglie una serie di contributi sulle vicende dell'economia italiana, costantemente in bilico tra strette opportunità e rischi ricorrenti.
Il titolo riassume bene le preoccupazioni dell'autore. Se i problemi della società e dell'economia italiane sono antichi, a lenirne almeno in parte gli influssi, in anni più felici sono bastati alcuni elementi positivi che hanno caratterizzato tutta la nostra storia: "l'essere un paese demograficamente giovane, pieno quindi di speranze e di attese. L'essere un paese povero, ricco dunque di gente disposta a sacrificarsi, a lavorare, a emigrare, a fare di tutto per migliorare il proprio stato". Oggi, però, le cose non sembrano più stare così: "la reazione degli italiani alla propria condizione attuale, e alla possibilità che essa peggiori, rischia di essere quella di Lucignolo, che assieme a Pinocchio sale sul carro dell'omino piccino e si avvia senza una cura al mondo verso il paese dei balocchi, ignaro che il destino suo, del suo amico e di quelli come loro, sia di trasformarsi in una schiera di asini".
Il rischio maggiore è quello di una marginalizzazione strategica, che ci veda occupare posizioni di complemento, senza poter vantare punti di effettiva forza nella distribuzione internazionale del know how, delle potenzialità tecnologiche, dei saperi condivisi.
Le tessere del mosaico disposto da Marcello de Cecco disegnano un quadro che non è certo improntato all'ottimismo. Ivincoli che ci consegna il nostro sistema-paese sono forti, e peseranno non poco sul futuro. Si tratta caso mai di vedere se essi costituiscono nel loro insieme una sentenza già irrevocabilmente pronunciata, o se si può ancora fare qualcosa, da parte dei principali centri di decisione del nostro paese, per correggere e rafforzare il nostro scenario di medio e lungo periodo.
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