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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2016
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro letto per scopi universitari. Molto interessante e di facile comprensione. Affascinante per chi ama scoprire le evoluzioni dei diversi paesi
Un libro che permette di capire l evoluzione della crescita economica cinesa. Indispensabile per capire l intero sistema economico e i rapporti con la Cina.
Recensioni
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Il ruolo da protagonista assunto dalla Cina nello scenario dell'economia mondiale è oggetto, da tempo, di un crescente interesse da parte degli studiosi. Questo libro si colloca pertanto all'interno di un imponente dibattito presente in letteratura, suscitato dalla forte e persistente crescita del colosso asiatico. L'obiettivo, molto ambizioso, di Chiarlone e Amighini è quello di analizzare la transizione dell'economia cinese da un sistema pianificato centralmente al mercato (come recita il sottotitolo). Il lettore resterà certamente colpito da come i due autori siano riusciti in questa non facile impresa, senza abusare nel numero di pagine e senza cadere mai null'utilizzo di troppi tecnicismi che avrebbero certamente allontanato i non specialisti. Lo studio risulta infatti nello stesso tempo esaustivo e accattivante. È esaustivo nel senso che le riforme adottate dal governo cinese sono analizzate dettagliatamente e con dati alla mano, fornendo innanzitutto un quadro d'insieme che serva da guida alla lettura e distinguendo, in seguito, la "sfera reale" (riforme commerciali e del sistema industriale) dalla "sfera finanziaria", senza mai accantonare le reciproche interconnessioni. È accattivante per come viene condotta l'analisi critica nei confronti di tutte le principali riforme avvenute nel corso degli ultimi trent'anni, svolta in modo distaccato ma molto convincente. Se da un lato queste ultime, contrariamente a quanto è avvenuto in Russia, hanno avuto il pregio della gradualità, dall'altro sono ancora molto imperfette e per molti aspetti poco trasparenti (soprattutto per quanto riguarda il sistema finanziario) e tali da poter creare, nel lungo periodo, problemi alla stessa sostenibilità della crescita.
Questo aspetto è giustamente approfondito nel libro a causa dei crescenti timori di instabilità globale, spesso paventati dai giornali, a seguito delle ricorrenti crisi finanziarie (non ultima la crisi estiva dei mutui americani subprime). Il sistema finanziario cinese si troverebbe infatti in una fase piuttosto delicata: il ruolo delle banche (nazionali e statali) dovrebbe ridursi progressivamente e comportare un maggior coinvolgimento dei mercati dei capitali (sia nazionali che internazionali); tutto ciò dovrebbe però avvenire limitando le possibili tendenze speculative. Tuttavia, questa transizione non è stata priva di difficoltà, anche a causa delle ricorrenti "fratellanze siamesi" tra banche nazionali e imprese pubbliche che hanno frenato tale tendenza e hanno generato il fenomeno, sempre più preoccupante, dei prestiti in sofferenza, foriero di fragilità per l'intera struttura finanziaria. Secondo gli autori la strada maestra per migliorare il funzionamento del sistema bancario dovrebbe passare quindi attraverso un allentamento dei legami delle banche stesse con le imprese. Anche la più recente riforma del mercato azionario, mirante a ridurre l'enorme peso delle azioni non-tradable, non ha ancora dato i risultati sperati.
Il libro si chiude con un capitolo di inquadramento storico che non guasta mai. In quest'ultimo vengono considerate le grandi tappe della storia economica della Cina dal 1978 al 2006, cioè da quando Deng Xiaoping ha dato l'avvio alla liberalizzazione economica, con la cosiddetta "politica della porta aperta", alle molte sfide che ancora oggi l'attendono.
Lino Sau
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