Daniele Fazio è dottore di ricerca in Metodologie della Filosofia, cultore della materia presso la cattedra di Filosofia morale del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina con cui collabora dal 2009. È stato borsista del Centro Universitario Cattolico ed è risultato vincitore del premio per il miglior saggio di filosofia morale (2014), bandito dalla Società Italiana di Filosofia Morale. La filosofia scolastica: un percorso nei secoli Se il carattere della filosofia moderna, o almeno della sua corrente dominante, si è rivelato sin da subito nell’opera di separazione di teologia e filosofia e si è sviluppato in un lungo processo che prepara in età contemporanea le varie posizioni di immanentismo assoluto, questo non vuol significare che l’orientamento di pensiero di matrice scolastica che aveva il suo fulcro principale nel rapporto tra l’istanza cristiana e la filosofia, ed in particolare la filosofia aristotelica, nei secoli della Modernità così come poi all’interno della costellazione delle filosofie contemporanee sia stato annullato o definitivamente superato. Se la dominante della Modernità è l’opzione razionalista, l’esercizio filosofico scolastico, senza scomparire, svolge la sua funzione critica nei confronti di questa direzione affrontando così anche questioni nuove che il progresso scientifico aveva posto. Questo non senza subire in qualche modo anche una sorta di contaminazione, nel tentativo confutatorio, con un certo atteggiamento razionalista ed idealista. Non si può nascondere, infatti, che diverse anime di questo movimento culturale «hanno patito seduzioni razionalistiche osteggiate, fra gli altri autori, da Gilson stesso. Secondo tali filoni la distinzione tra filosofia e teologia in san Tommaso d’Aquino è spinta a un punto tale che, se non passa il segno della separazione, poco ci manca». Il fuoco principale attorno cui il pensiero dell’apogeo medievale si struttura è l’intuizione secondo cui tra la ragione e la fede sussiste un’armonia da ricercare e attorno cui costruire una visione del mondo cristiana. Guardando attraverso questa decisiva visuale, con il termine Prima Scolastica possiamo intendere l’orientamento di pensiero preparato sin dall’età patristica e le cui più remote premesse teoretiche si possono riscontrare nella Tarda Antichità in Agostino d’Ippona, nello Pseudo Dionigi l’Areopagita e in Severino Boezio, mentre le premesse più immediate si trovano nel periodo travagliato, ma decisivo dei secoli VII – XII. Il periodo aureo di tale assetto è senza dubbio il secolo XIII in cui eminenti personalità, come Bonaventura da Bagnoregio, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino e Giovanni Duns Scoto, danno delle rilevanti soluzioni alla problematica fede-ragione da cui, innanzitutto da teologi non estranei alla filosofia, forniscono nuove interpretazioni alle eterne domande dell’uomo. I secoli XIV-XV segnano, invece, una graduale decadenza ed un esaurimento dell’interesse verso una prospettiva scolastica, ingeneratesi soprattutto a partire dalla critica continua, soprattutto messa in atto dalla scuola francescana, foriera dell’agostinismo, del pensiero di Tommaso d’Aquino.