Angelo Tumminelli, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. È cultore della materia presso la cattedra di Filosofia morale del dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Lumsa di Roma. Ha ottenuto la specializzazione annuale in “Scienze della cultura” presso la Scuola Internazionale di Alti Studi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, e ha svolto soggiorni di ricerca in Germania (università di Halle, Erfurt e Freiburg) e in Israele (Hebrew University, Jerusalem). L’erotismo simmeliano: l’amore come unità e tragedia La teoria erotica simmeliana si trova disseminata in vari scritti e poi brillantemente sintetizzata nel Frammento sull’amore pubblicato solo nell’opera postuma. Ad esso dedicheremo la nostra attenzione al fine di fare emergere il significato filosofico che Simmel attribuisce all’amore e di porlo in confronto con la concezione scheleriana. Prima però, consideriamo un altro breve testo dal quale è possibile ricavare le coordinate metodologiche nelle quali si definisce e si sviluppa l’idea erotica di Simmel: ci si riferisce allo scritto intitolato Fragmente aus einer Philosophie der Liebe risalente al 1907. Nelle poche pagine di cui si compone il testo, Simmel descrive l’amore come un fenomeno sociale che si manifesta nella relazione tra un uomo e una donna. L’indagine è quindi di natura sociologica ma non mancano alcune importanti suggestioni filosofiche che consentono al lettore di ricavare una sottile metafisica dell’amore. L’analisi di Simmel parte quindi dal fenomeno sociale; a proposito dell’amore che sorge tra un uomo e una donna, ad esempio, Simmel distingue se esso sia sopraggiunto dopo una lunga fase di desiderio o se, piuttosto, si limita ad essere una semplice risposta al desiderio dell’altro. Egli sostiene infatti che, quando l’amore di una ragazza sopraggiunge dopo una lunga fase di desiderio, è molto facile per l’uomo mantenersi all’altezza di tale amore perché esso corrisponde ad un ideale erotico atteso e fortemente anelato. Se, invece la ragazza non pone nessun ideale amoroso nell’uomo, ella pretende da lui il massimo della sua essenza e richiede di essere totalmente soddisfatta. Questa distinzione fra l’amore atteso e l’amore preteso consente di capire in che senso in ogni rapporto amoroso chi ama di meno prende di fatto il sopravvento divenendo il vero dominatore della coppia. Chi non è reso schiavo dal sentimento erotico è del tutto autonomo dall’altro e, anzi, può utilizzare la dipendenza del partner per imporre le proprie condizioni; l’altro è nelle mani di colui che ama di meno, di colui che vive l’amore come una forma di risposta all’esigenza dell’altro. Nella divisione simmeliana tra i sessi, colui che ha meno sentimento, e che quindi può assumere il dominio nella relazione di coppia, è l’uomo. Egli, nella sua radicale indipendenza, può esercitare nella donna un fascino tale da renderla completamente dipendente da lui. Va precisato che queste analisi di Simmel, le quali potrebbero apparire al lettore contemporaneo fuori luogo se non addirittura assurde, devono essere collocate all’interno di un contesto sociale in cui il ruolo dell’uomo è ancora fortemente dominante rispetto a quello della donna; le analisi sono dunque conformi al contesto indagato. Da un punto di vista filosofico, risulta interessante notare che la radice della fenomenologia erotica della relazione tra l’uomo e la donna è posta da Simmel nell’egoismo che genera, a sua volta, il sentimento del bene per la persona amata. Secondo Simmel non è possibile, infatti, amare una persona per il semplice amore di essa ma l’amore si genera da un movimento che parte dall’egoismo per poi trasformarsi in altruismo.