(New York 1956) regista, drammaturgo e saggista statunitense. Di convinzioni socialiste e impegnato nel movimento gay, studia regia teatrale all’Università di New York. Grande ammiratore di Brecht e convinto assertore del potenziale politico del teatro, ha raggiunto il successo con Angeli in America (Angels in America. A Gay Fantasia on National Themes, 1992, premio Pulitzer) epico dramma sull’AIDS e affresco degli anni dell’amministrazione Reagan; l’opera, paragonata per incisività ai drammi di Tennessee Williams, offre un quadro pluriprospettico dell’America alle soglie di un lunga deriva conservatrice. Ambientato nella Louisiana della segregazione razziale è il musical Caroline, o spiccioli (Caroline, or Ch’ange, 2002), mentre Homebody/Kabul (2002), ricostruzione storica del conflitto in Medio Oriente, anticipa i temi della sceneggiatura del film di Spielberg, Munich, 2005. Di rilievo anche le sue traduzioni di Brecht (L’anima buona di Sezuan, Madre Courage) e di Goethe (Stella, 2006), e le riscritture da T. Browne (Hydriotaphia, 1987) e Corneille (Illusion, 1988) che fanno di K. uno degli scrittori statunitensi più colti e incisivi del presente.