Attore irlandese. Studia arte drammatica a Londra e dal teatro approda ventitreenne al suo primo film, Alive and Kicking (1958) di C. Frankel. Gagliardo nel fisico e dotato di una vigorosa maschera anglosassone, trova il successo nei panni infangati di un giocatore di rugby in Io sono un campione (1963) di L. Anderson. Salito alla ribalta internazionale, si concede un ruolo introspettivo in Deserto rosso (1964) di M. Antonioni, per poi tornare ai prediletti personaggi di rudi avventurieri in una lunga serie di super-produzioni hollywoodiane, dal western Sierra Charriba (1965) di S. Peckinpah al thriller Cassandra Crossing (1976) di G.P. Cosmatos. Particolarmente fortunata è la minisaga inaugurata con Un uomo chiamato cavallo (1970) di E. Silverstein, che avrà due sequel, in cui si narra di un lord inglese finito in mezzo ai bellicosi pellerossa sioux, fra avventure varie e riscoperta della spiritualità. Con gli anni e il decadimento fisico tende a giocare ancor più di istrionismo, per quanto sempre ai massimi livelli: nei dolenti e scarmigliati panni dell'imperatore filosofo e guerriero Marco Aurelio in Il gladiatore (2000) di R. Scott, o in quelli, con barba leonardesca e cipiglio ieratico, del mago Albus in Harry Potter e la pietra filosofale (2001) e Harry Potter e la stanza segreta (2002), entrambi diretti da C. Columbus.