Lucia Berlin (Brown da nubile) nacque in Alaska nel 1936. Il padre lavorava nel settore minerario, così Lucia trascorse i suoi primi anni di vita tra cittadine e insediamenti minerari in Idaho, Montana e Washington. Nel 1941 il padre andò in guerra, e la madre portò Lucia e la sorella minore a El Paso, dove il nonno era un dentista eminente ma alcolizzato. Poco dopo la guerra, il padre trasferì la famiglia a Santiago, in Cile, e Lucia inaugurò quelli che sarebbero stati venticinque anni di vita piuttosto fastosi. A Santiago partecipò a balli e serate di gala, si fece accendere la prima sigaretta dal principe Ali Khan, terminò la scuola, e vestì i panni della padrona di casa agli eventi mondani del padre. Quasi ogni sera, la madre si ritirava presto con una bottiglia. A dieci anni le fu diagnosticata la scoliosi, una dolorosa condizione della colonna vertebrale che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita, rendendo spesso necessario un busto d’acciaio. Nel 1955 si iscrisse alla University of New Mexico. Parlando ormai correntemente lo spagnolo, studiò con il romanziere Ramón Sender. In breve tempo si sposò ed ebbe due fi gli maschi. Alla nascita del secondo, il marito scultore se n’era già andato. Lucia conseguì la laurea e, sempre ad Albuquerque, conobbe il poeta Edward Dorn, una figura chiave nella sua vita. Conobbe anche un docente di Dorn al Black Mountain College, lo scrittore Robert Creeley, e due suoi compagni di Harvard, i musicisti jazz Race Newton e Buddy Berlin. E cominciò a scrivere. Sposò Newton, un pianista, nel 1958. (I suoi primi racconti erano firmati Lucia Newton.) L’anno successivo si trasferirono insieme ai fi gli a New York, in una mansarda. Race lavorava sodo, e la coppia fece amicizia con i vicini, Denise Levertov e Mitchell Goodman, e con altri poeti e artisti tra cui John Altoon, Diane di Prima e Amiri Baraka (all’epoca LeRoi Jones). Nel 1960, Lucia e i fi gli lasciarono Newton e New York e raggiunsero il Messico insieme all’amico Buddy Berlin, che diventò il suo terzo marito. Buddy era carismatico e benestante, ma si rivelò anche un tossicomane. Tra il 1961 e il 1968 nacquero altri due figli. Nel 1968 i Berlin erano già divorziati e Lucia stava seguendo un corso di specializzazione alla University of New Mexico. Lavorava anche come supplente. Non si risposò mai. Trascorse il periodo tra il 1971 e il 1994 a Berkeley e Oakland, in California. Lavorò come insegnante di liceo, donna delle pulizie, centralinista, assistente di un medico e infermiera, al contempo scrivendo, crescendo i quattro figli, bevendo e sconfiggendo infine l’alcolismo. Passò gran parte del 1991 e del 1992 a Città del Messico, dove la sorella stava morendo di cancro. La madre era morta nel 1986, probabilmente suicida. Nel 1994 Edward Dorn la portò alla University of Colorado, e Lucia trascorse i sei anni successivi a Boulder come scrittrice ospite e poi come professoressa associata. Diventò un’insegnante decisamente popolare e amata, e già al secondo anno vinse il premio riservato ai migliori docenti dell’università. Lucia trascorse anni fiorenti a Boulder, in una comunità ristretta che comprendeva Dorn e la moglie Jennie, Anselm Hollo, e la vecchia amica Bobbie Louise Hawkins. Anche il poeta Kenward Elmslie e il prosatore Stephen Emerson diventarono suoi grandi amici. I problemi di salute (la scoliosi aveva causato la perforazione di un polmone, e a metà degli anni Novanta non poteva più stare senza una bombola di ossigeno) la costrinsero a ritirarsi nel 2000, e l’anno seguente si trasferì a Los Angeles su insistenza dei figli, molti dei quali vivevano lì. Combatté e sconfisse il cancro, ma morì nel 2004 a Marina del Rey. Bollati Boringhieri ha pubblicato le due raccolte di racconti La donna che scriveva racconti (2016) e Sera in paradiso (2018) e la biografia Welcome home (2019).