(Orihuela 1910 - Alicante 1942) poeta spagnolo. Figlio di pastori, autodidatta, si formò soprattutto sui classici spagnoli. Al primo libro di poesie, Perito in lune (Perito en lunas, 1933), la cui tematica arcadica sembra oscillare fra lussuosità secentesche e seduzioni di gusto avanguardista, seguì, nel 1934, la pubblicazione su «Cruz y Raya», di un auto sacramental Chi ti ha visto e chi ti vede e Ombra di ciò che eri (Quien te ha visto y quien te ve y Sombra de lo que eras). Trasferitosi a Madrid, visse nel fervido clima culturale degli anni precedenti la guerra civile; strinse amicizia con P. Neruda, F. García Lorca, V. Aleixandre. Scrisse La folgore incessante (El rayo que no cesa, 1936), la cui elaborazione documenta la tormentosa ricerca di un dettato poetico di grande trasparenza concettuale, con una tematica radicata nell’esperienza della scoperta dell’amore. Allo scoppio della guerra civile si arruolò nelle milizie popolari. Sono di questi anni due libri di poesie: Vento del popolo (Viento del pueblo, 1937) e L’uomo in agguato (El hombre acecha, 1939); Teatro in guerra (Teatro en la guerra, 1937), quattro atti unici; il dramma Il pastore della morte (El pastor de la muerte, 1938). Arrestato nell’aprile del 1939, venne condannato a morte; la sentenza fu poi mutata in trent’anni di prigione. Morì di tubercolosi polmonare nel carcere di Alicante. Il Canzoniere e romancero di assenze (Cancionero y romancero de ausencias), raccolta di canzoni e romances scritti tra il 1938 e il 1940, rappresenta forse l’approdo più intenso di una traiettoria poetica sotto il segno di una continua ricerca dell’umano, del sociale, nelle sue espressioni più profonde.