(Parigi 1859-1941) filosofo francese. Insegnò dal 1899 al Collège de France. Nel 1914 fu nominato accademico di Francia e nel 1927 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue opere ricordiamo: Saggio sui dati immediati della coscienza (Essai sur les données immédiates de la conscience, 1889), Materia e memoria (Matière et mémoire, 1896), L’evoluzione creatrice (L’évolution créatrice, 1907). Cruciale è in B. il concetto di tempo, riferito sia all’evoluzione materiale e biologica sia agli stati di coscienza. B. rifiuta il tempo «spazializzato» della meccanica e oppone a esso la concreta esperienza interiore come «durata», in cui gli stati di coscienza si compenetrano in un amalgama in continua evoluzione. E notevole rilievo dà B. alla memoria, che caratterizza la vita profonda della coscienza. Il pensiero di B. ha esercitato una profonda influenza in letteratura (soprattutto su M. Proust e Ch. Peguy) e nel campo della critica letteraria. L’interesse dello stesso B. per i problemi relativi a natura e funzione dell’arte è testimoniata dall’importante saggio sul comico Il riso (Le rire, 1899).