Franco Loi, poeta noto per la sua produzione incentrata su un uso particolare del dialetto lombardo, era nato a Genova nel 1930. Di famiglia sarda, viveva a Milano e ne aveva adottato il dialetto, ma il suo linguaggio poetico nasceva dalla ibridazione di elementi linguistici di varia natura (gerghi, idioletti ecc.), d’area proletaria o contadina, spesso reinventati dalle esigenze espressive dell’autore. Si era affermato soprattutto con la raccolta Stròlegh (1975), preceduta da I cart (1973), Poesie d’amore (1974) e seguita da Teater (1978), L’Angel (1981), Bach (1986), Liber (1988), Memoria (1991), Umber (1992), Isman (2001). Nel 2005 ha raccolto la sua produzione poetica in Poesie scelte 1973-2002. Nel 2003 ha pubblicato il saggio Milano. Lo sguardo di Delio Tessa.
Era stato operaio allo scalo merci di Milano, contabile alla Stazione centrale, aveva lavorato alla Rinascente, militato nel Pci e nella sinistra extraparlamentare. Scriveva sull’Unità negli anni di Marcello Venturi. Approdato alla Mondadori aveva incontrato Vittorio Sereni, che, apprezzando i suoi lavori, gli fece pubblicare le prime poesie.
Garzanti ha pubblicato la sua autobiografia Da bambino il cielo, sulla cui copertina appare il ritratto fotografico dell'autore qui riprodotto.