I quindici racconti di cui si compone Dubliners 100 recano lo stesso titolo e lo stesso incipit in forma di exergo di Gente di Dublino di James Joyce, opera che la raccolta edita da Minimum Fax si propone di celebrare a un secolo dalla sua pubblicazione. Ognuno di essi nasce dalla penna di altrettanti autori, considerati dal curatore dell'edizione originale Thomas Morris fra le voci narrative più autorevoli dell'Irlanda di oggi. In Dubliners 100 sono stati chiamati a reinterpretare, attualizzare o anche solo trarre ispirazione dagli epiclets del loro connazionale maestro, impareggiabile narratore della città di Dublino. Dalla prefazione di Mirko Zilahi de' Gyurgyokay, curatore e componente dei sei traduttori dell'edizione italiana, si apprende che fu principalmente a causa della censura che la collection di Joyce venne pubblicata solo nel 1914, per via della sua "volgarità, il rifiuto di cambiare nomi e modificare i riferimenti a fatti e persone reali". I figli, le madri e i padri della fervente e cattolica Dublino descritta da Joyce vivevano incrociando le loro esistenze con la rigida educazione religiosa e la necessità di evasione, cercando conforto nei pubs di una città che sembrava non andare mai a dormire, fra etiliche, interminabili conversazioni notturne, esistenze sommesse, desideri frustrati e piccole soddisfazioni. Gli abitanti della Dublino di oggi ereditano queste caratteristiche: sono cittadini "ex-cattolici", che tuttavia da un lato si connotano e dall'altro perdono identità per il loro essere occidentali, figli del boom economico degli anni novanta e della recente bolla finanziaria. Quelli descritti in Dubliners 100 sono giovani e meno giovani che controllano compulsivamente le notifiche dei social networks, compiono viaggi di rappresentanza a New York, si confrontano con l'immigrazione, con infelici matrimoni e sottili incomprensioni. In questa sorta di ricognizione antropologica degli usi e dei costumi dublinesi, a variare, rispetto al passato narrato da Joyce, sembra essere solo il contesto, rimanendo invece simili certe incongruenze della natura umana: in questo senso, la frase "nel particolare è racchiuso l'universale", espressa da Joyce a proposito della scelta di raccontare la città di Dublino, sembra essere una lucida e lungimirante profezia. Angelo De Matteis
Leggi di più
Leggi di meno