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vi sfido a trovare un libro più inutile di questo
Le tossicodipendenze di oggi si presentano sempre più come un fenomeno (giovanile) di massa: un numero crescente di giovani sembra attratto e coinvolto nell’uso di sostanze psico-attive, con un sensibile abbassamento dell’età media di accesso alle prime esperienze, considerando anche le prime esperienze con il fumo delle sigarette e con l’alcool. Anche da una semplice osservazione empirica della realtà si ricava l’impressione di essere di fronte ad un fenomeno davvero di vaste proporzioni. Nella definizione di esordio, la parola "giovanile" è messa tra parentesi in quanto se, da un lato, i dati indicano la persistenza dell'accesso alle prime esperienze con sostanze psico-attive da parte delle fasce più giovani della popolazione (che possono pertanto considerarsi "a rischio"), dall’altro, si può registrare un'inversione di tendenza con l'incremento del numero di trentenni e quarantenni che, in assenza di precedenti esperienze con droghe di qualsiasi tipo, sono sensibili all'offerta del mercato illecito o iniziano ad assumere anche quelle sostanze attive sul SNC, disponibili in farmacia. Ciò è in relazione con un mutamento significativo del mercato, delle tendenze e degli stili di consumo: il “mercato” che va visto nella sua doppia faccia di “illecito” (per quanto attiene all’instancabile messa in circolazione di sostanze stupefacenti) e di “lecito” (per quel che attiene le sostanze “farmaceutiche”) rappresenta indubbiamente il volano dei consumi di sostanze psico-attive, ma – in un processo dinamico, a doppio scambio - è continuamente influenzato da ciò che fa tendenza e dagli stili di consumo, cioè da tutti quegli aspetti che, nel panorama delle droghe, possono considerarsi squisitamente “culturali”. Purtroppo, con grande scorno di chi pensa che possa essere sufficiente il potenziamento delle strategie proibizioniste (fondate su azioni di contrasto alla circolazione di sostanze illecite) per contenere lR
Un libro per tutti, dato alle stampe dalla casa editrice Carocci (2003) che si ispira, nella sua organizzazione formale e di contenuti ad altre opere pensate come ausilio alle prevenzione/formazione/ educazione alla salute, come è ad esempio il pregevole libro sulla prevenzione dell’alcoolismo (Centro Studi e Documentazione sui Problemi Alcolcorrelati – Trento, a cura, Alcol… piacere di conoscerti, Erikson, Trento) L’autrice di questo interessante volume, ben nota tra gli addetti ai lavori e nel mondo universitario per una serie di pubblicazioni saggistiche sul tema delle tossicodipendenze e sulle ricerche in questa area tematica sviluppate in ambito universitario, ha voluto con quest’opera produrre uno strumento indirizzato anche ai non addetti ai lavori (da qui il sottotitolo “Un libro per tutti”), che tuttavia, pur nella sua veste agile e divulgativa, non viene a meno al principio del rigore scientifico e della coerenza/correttezza del messaggio “preventivo” che intende trasmettere. Non ci sono troppe concessioni demagogiche nel libro della Lai Guaita, nel senso che non vengono fornite facili aperture a quella che si può definire come “cultura delle tossicodipendenze”, né d’altra parte si riscontrano in maniera troppo esplicita scivolamenti verso un atteggiamento di demonizzazione delle droghe, fondato su pregiudizi e su stereotipi. Come avverte l’autrice nella sua introduzione, “… A livello generale si è lentamente ma inesorabilmente insediata anche un’immagine della droga come esperienza fattibile, buona, dominabile, mentre la percezione della sua pericolosità è rimossa o repressa e, pertanto, ignorata, mediante molteplici meccanismi psicologici di difesa più o meno coscienti” (p. 16). Quindi, il senso del libricino è quello di contribuire – attraverso un’informazione corretta e scientificamente fondata – alla prevenzione del fenomeno droga, partendo da una visione della prevenzione pri
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