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recensioni di Cassata, F. L'Indice del 2000, n. 10
Chi è Jörg Haider? Per rispondere a questa domanda Luverà percorre, innanzitutto, la strada della ricostruzione biografica: Robert Haider, padre di Jörg, si arruola nella Legione austriaca, formazione legata alle SA naziste, e partecipa al putsch del 1934; i Webhofer, i nonni materni, attraversano il Brennero nel 1922, per sottrarsi alla snazionalizzazione forzata del Sudtirolo. Nel dopoguerra, di fronte alle precarie condizioni economiche dei genitori, colpiti dalle leggi contro i collaborazionisti, è il ricco "zio Willy" a finanziare gli studi di Jörg: la sua tenuta, ceduta nel 1939 da una famiglia ebrea, vittima delle leggi razziali, verrà donata al "nipote" nel 1986.
La vita di Haider si snoda lungo le tappe della sua formazione politica: dall'esperienza giovanile nelle Burschenschaften, le associazioni studentesche di estrema destra, alla carriera nella Fpö; dalla conquista del partito nel 1986 alla cesura del legame con l'ideologia pangermanista di Andreas Mölzer, nel 1995.
Ma Jörg Haider è, soprattutto, nel giudizio di Luverà, l'esponente paradigmatico di una nuova destra diffusa a cavallo dell'arco alpino: dalla Carinzia alla Baviera di Stoiber, dalla Svizzera di Blocher al Nord Italia di Bossi. Un conservatorismo che scaturisce dalla cosmesi politico-ideologica dell'estremismo di destra e si presenta con una serie di punti programmatici comuni: populismo mediatico, opposizione all'Unione europea, regionalismo micronazionalista, razzismo differenzialista, federalismo etnico, liberalismo temperato, econazionalismo.
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