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Finalista al Premio Napoli Saggistica 2019
Ovidio morì duemila anni fa relegato da Augusto sul mar Nero. Non riuscì mai a comprenderne il perché. Forse "Le metamorfosi", il suo più ampio poema, spaventarono il principe: ispirato com'è all'idea, modernissima, che nulla nell'universo è stabile, ma tutto dall'eternità muta e muterà. La materia incessantemente si trasforma, non è stata creata e non si distrugge. Gli dèi divengono uomini, gli uomini dèi, oppure animali, piante, aria, acqua: fiumi, laghi. Il poema è insieme il più grande racconto del mito, di tutti i miti, che la letteratura abbia mai tentato. Nessun poeta, nemmeno Omero e Virgilio, ha tanto ispirato la pittura e la scultura. Ma la dotta lira ha creato musica, da Poliziano a Strauss, attraverso Monteverdi, Cavalli, Scarlatti, Bach, Händel, Pergolesi, Porpora, Dittersdorf, Haydn, Cherubini, Clementi, Berlioz, Liszt, Offenbach, Massenet, e tanti altri, più di ogni altra voce poetica: voce poi echeggiata e variata per l'ultima volta nel Novecento dall'arte di D'Annunzio. Il teatro musicale nasce nel nome di Ovidio, e nei secoli opere, drammi musicali, cantate, sinfonie e concerti traggono alimento dalla sua poesia; poi, dai grandi ritratti di donne eroiche, innamorate, fedeli, infedeli, abbandonate presenti nelle "Metamorfosi" e, con i loro Lamenti, nelle "Eroidi"; dalle favole del calendario pagano nel poema dei Fasti. Apollo, Dafne, Orfeo, Euridice, Arianna, Medea, Teseo, Giunone, Giove, Dioniso, Venere, Amore, Mercurio, Cibele, Latona, Diana, Morfeo, Persefone, Plutone, Pan, Ercole, Fetonte, Atteone, le Baccanti, Perseo, Galatea, Polifemo, Fedra, il Minotauro, Icaro, Glauco, Pigmalione, Danae, Semele, Marsia, Ulisse, sempre rinascono in note. Con loro le favole del caos, della notte, degli inferi, dell'Olimpo, dell'origine dell'universo, del diluvio. Questo libro racconta il mito nella metamorfosi della musica.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il volume è la prima rassegna, il più possibile completa, a tratti assai approfondita, delle composizioni strumentali e operistiche che si ispirano ai versi di Ovidio. Le Metamorfosi insieme alle Eroidi sono il serbatoio maggiore delle passeggiate musicali e letterarie che si snodano attraverso otto capitoli di conversazione dotta e insieme piena di leggerezza. La solida formazione classica permette all’autore, musicologo di chiara fama e musicista, di esprimersi con competenza e rispetto sia nei confronti del testo ovidiano sia dei suoi interpreti. Si discute di musica ma anche delle soluzioni di un passo le cui traduzioni convincono poco, si suggeriscono ipotesi, ci si confronta con una filologia a cui spesso è mancato l’apporto del sapere musicale. E' tutto bello, il libro, anche nelle parti che sembrano di raccordo, strutturali; e vola alto quando arrivano i capitoli su Händel e sul viennese Carl Dittersdorf, sinfonista ovidiano, insieme alla “stretta” finale su Strauss e D'Annunzio, «i due poeti novecenteschi fratelli d’Ovidio». Come il precedente Canto degli animali, si legge appuntandosi di corsa i titoli delle composizioni, spesso noti solo per le citazioni nei manuali di storia della musica, che qui ricevono un’attenzione sincera e osservazioni che incuriosiscono il lettore spingendolo ad accertarsi tramite l’ascolto: da Paride ed Elena di Gluck all’Orfeo di Bertoni, a quello di Haydn; dalle cantate ovidiane di Alessandro Scarlatti al Pianto d’Arianna di Pietro Antonio Locatelli, alla meravigliosa, sontuosa Arianna di Benedetto Marcello.
Devo ammettere che ho iniziato la lettura di questo libro con qualche perplessità. Conoscevo, per averlo seguito ai tempi sul Corriere della Sera (a proposito quanto ci mancano le sue recensioni...), il grande valore di storico della musica di Paolo Isotta ma, essendo la mia cultura in questo campo non molto approfondita, temevo che, alla fine, mi sarei annoiato affrontando argomenti che non domino del tutto. Quanto mi sbagliavo! Qui, la musica non dirò certo che è un pretesto, ma è l'accompagnamento sonoro del mondo del mito, a me più consueto, in un connubio che credo abbia pochi eguali. Ho ritrovato l'Ovidio dei miei studi ed ho compreso quanto sia centrale la sua opera per tutta la cultura europea, non solo quella musicale. Isotta è riuscito a far scaturire in me il desiderio di ascoltare quegli autori che, nei secoli, si sono ispirati ai suoi versi così vicini alla mia sensibilità
Un libro che mancava, che si desiderava da tempo, un libro indispensabile, necessario
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