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Anno edizione: 2017
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In Dopo il liberalismo Immanuel Wallerstein, direttore del Fernand Braudel Center di New York, delinea la parabola del sistema di valori politico-economici affermatosi in Occidente nel dopoguerra e analizza le possibili modalità del suo ormai prossimo tramonto. L’era in cui viviamo è infatti postegemonica, in quanto succeduta alla lunga fase che ha visto gli Stati Uniti imporre ovunque un vero sistema unipolare valendosi peraltro anche dell’oggettivo supporto dei sovietici quali utili custodi dell’ordine in aree vaste e talora turbolente. Oggi il liberalismo come ideologia globale crolla, i paesi poveri annaspano sempre più, gli Stati nazionali appaiono disarmati dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione o dell’immigrazione: è quindi necessario orientarsi fin d’ora verso un nuovo sistema storico, armonizzando interventi su scala locale e planetaria, perché intorno al 2050 con la crisi dell’ordine attuale una decisa trasformazione del sistema politico-economico oggi ancora dominante diverrà improrogabile; e non si potrà nemmeno più procedere, afferma Wallerstein, a un’ennesima riesumazione dell’ormai consunto marxismo. Il libro presenta, in definitiva, due tesi fondamentali: da un lato l’agonia del liberalismo, trattata diffusamente nelle sue origini e nei suoi possibili esiti, dall’altro la morte del marxismo quale idea-forza realizzabile nel concreto in alternativa radicale al liberalismo stesso, soprattutto nei paesi arretrati. Da qui gli interrogativi circa tutti quegli aspetti della contemporaneità variamente rimescolatisi dopo la fine della guerra fredda e più in generale dopo la fine di quelli che Wallerstein, con un misto di ironia e amarezza, chiama "i bei tempi andati". (D.R.)
scheda di Rocca, D. L'Indice del 1999, n. 10
In questo volume il noto storico e studioso di scienze della politica prende in esame il processo di disintegrazione del nostro sistema-mondo e riflette sui cambiamenti che potranno verificarsi nei prossimi decenni.
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