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L’attimo in cui una tensione sospesa precipita a incrinare la superficie della quotidianità, è il cuore dei racconti di Ling Shuhua. Personaggi sempre femminili, borghesi, inquieti.
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Raccolta di vari racconti della scrittrice cinese, datati fra il 1925 e il 1935. Ling Shuhua presenta pur essendo cinese molti punti di contatto come genere di scrittura con il circolo di Bloomsbury, infatti fu in rapporto epistolare con Virginia Woolf che la spinse anche a scrivere la sua autobiografia (ma questo e' l'unico libro edito in Italia), le affinita' si riscontrano oltre che nella predilezione del racconto come mezzo espressivo, nelle descrizioni quasi pittoriche di situazioni quotidiane, quasi banali, di varie figure femminili, fra le righe, pero' si avverte sempre la tensione che accompagna queste vite, crisi latenti o prossime ad esplodere; sempre per i dettami dell'epoca la narrazione delle singole situazioni si interrompe con la fine del racconto, lasciandole in sospeso, volutamente inconcluse. E' una scrittura super partes senza nessuna immedesimazione, ne' rivendicazione, i personaggi sono trattati obiettivamente senza indulgenze di sorta. Un libro interessante ed assolutamente non noioso, molti racconti si vorrebbe non finissero... spero pubblicheranno altro di questa scrittrice molto sottovalutata.
Recensioni
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scheda di Ventavoli, B., L'Indice 1989, n. 5
Gli otto racconti di "Dopo la festa" ambientati in famiglie piccolo borghesi, hanno come tema l'animo femminile. L'apertura all'occidente della Cina, la rivoluzione del 1911 l'emancipazione della donna, la fine del monopolio culturale della classe mandarino, sono il loro sfondo storico. Ling Shuhua, amica della Woolf ha studiato all'università sino-americana di Yanling a Pechino, vive dal '46 a Londra, ma mantiene la sensibilità poetica del suo paese. La sua scrittura è un ibrido. E impregnata della millenaria tradizione lirica e visiva degli ideogrammi cinesi, ma si orienta verso forme muove, secondo le idee del "movimento del 4 maggio", soprattutto verso il racconto. Una donna chiede al proprio marito il permesso di baciare un giovane poeta addormentato tra i fumi dell'alcool. Una signora borghese accanita giocatrice dissipa con delirante metodicità le fortune della famiglia. Una madre si accorge del vuoto della propria esistenza. Ling Shuhua tratteggia solo donne fragili, prigioniere di inquietudini, affacciate sull'abisso della libertà dopo millenni di vita marginale. Il centro narrativo non è mai costituito da fatti ma dall'inafferrabile incertezza del cuore femminile. E sempre, come cornice, un caleidoscopio di colori, fiori di loto, cieli acquosi. peschi in fiore.
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