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Nel cuore del ‘900, nel secolo che ha conosciuto le due più grandi e sanguinose guerre della storia dell’umanità, Simone Weil e Rachel Bespaloff si cimentano nell’impresa di fornire una risposta storica e ontologica all’interrogativo riguardante l’origine della violenza che si è scatenata in Europa nel ‘900. A fondamento di questo impegno vi è un assunto, vale a dire la convinzione che lo scenario dischiuso dalla seconda guerra mondiale non potesse essere ricondotto alle categorie interpretative tradizionali. Entrambe le filosofe, esuli dall’Europa per sfuggire alle persecuzioni antisemite, individuano nell’Iliade il testo di riferimento fondamentale per inquadrare e decifrare quanto stava accadendo sotto il loro sguardo. In questo apparente paradosso – una guerra “antica” evocata per comprendere la guerra attuale – emerge anche tutta l’originalità del pensiero femminile, posto di fronte al tema della violenza. Al di là delle differenti risposte fornite dalle due Autrici, esse sono accomunate da una riflessione rigorosa su argomenti di persistente attualità, quali sono ancor oggi i problemi della forza e della guerra.
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