La bottega di robivecchi Nakano: così recita la traduzione letterale del titolo originale giapponese di questo bel romanzo di Kawakami Hiromi, scrittrice cinquantacinquenne dalla penna leggera ed eccelsa che i lettori italiani hanno già potuto apprezzare, un paio di anni fa, grazie a La cartella del professore. In una zona non ben definita della periferia occidentale di Tōkyō in cui alloggiano molti studenti (forse Musashino, forse Mitaka) c'è un piccolo negozio dove il tempo sembra essersi fermato, uno delle migliaia di recycle shopssorti come funghi in epoca di recessione economica in ogni parte del Giappone e soprattutto nelle sue metropoli. Vi si vendono oggetti usati di tutti i generi, per pochi spiccioli o anche, in certi casi, per diverse decine di migliaia di yen. Oggetti utili o inutili, moderni o antichi, brutti o belli: fermacarte, ciotole, bottiglie da gin, sedie, stufette elettriche, elmi, armature, cartoline, vasi, poster a grandezza naturale di popstar giapponesi degli anni ottanta. Attenzione, però, non si tratta di "un negozio di antiquariato ma di roba vecchia: lo sottolinea a pi riprese il proprietario di questa bottega nata un quarto di secolo fa, il signor Nakano, in giovent impiegato presso unazienda di prodotti alimentari di media grandezza e poi libero e spensierato piccolo imprenditore, figlio della generazione del Flower Powerdi fine anni sessanta (Oh, senti, sono cresciuto ascoltando Janis Joplin, io! rimbecca a un certo punto al suo giovane assistente Takeo). E dentro la bottega del signor Nakano, sessantenne smilzo un po brontolone e donnaiolo (tre mogli e due amanti!ma in fondo tanto simpatico, con quei suoi baffetti rtro il berretto con pompon calcato sulla fronte), ci accompagna per mano la dolce e insicura Hitomi, io narrante del racconto e seconda assistente del negozio. Tra una vendita allasta (anche via web, quando il signor Nakano, per tenersi al passo coi tempi, viene persuaso ad aprire un suo sito Internet) e laltra, tra un ritiro (cos nelle pagine del romanzo sono definite le visite a casa delle persone per recuperare la merce in disuso) oggi e un ritiro domani, tra un cliente cocciuto e un altro buffo, assistiamo come in presa diretta alla vita dei protagonisti della storia, viviamo, gioiamo e soffriamo insieme a loro. E se la bottega Nakano rappresenta il luogo ideale per distrarsi dalle fatiche della quotidianit e riassaporare il gusto delle cose di una volta, riciclando ci che la gente, senza accorgersene, getta via senza farsi troppi scrupoli (sentimenti compresi), le tre coppie al centro della vicenda costituiscono ciascuna uno specchio generazionale in cui identificarsi. Hitomi e Takeo, i due commessi del negozio, ventenni di oggi fragili e spesso incapaci di comunicare; Masayo, sorella cinquantenne del signor Nakano e romantica artigiana di bambole, la quale cerca lamore eterno e non si accorge di averlo gi al suo fianco, nella persona del suo schivo amante Maruyama; il signor Nakano, in fondo inguaribile sognatore, e la sua amante principale, Sakiko, aspirante scrittrice erotica. Sebbene la trama sia (volutamente) meno definita rispetto a La cartella del professore, Kawakami Hiromi ci regala altri magnifici sprazzi di giapponesit, schizzi di romantica vita quotidiana colorati a pastello e inseriti allinterno di una cornice ben diversa da quella dalle troppe e noiose sfumature di grigio della societ dei consumi tardo-capitalistica, perle di sublime leggerezza come fiori del vento () a danzare nellaria. Gianluca Coci
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