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Chi vive al Sud Italia sa bene che molte volte ci vorrebbero degli eroi per sistemare le cose, ma è anche conscio del fatto che la terra che necessita di eroi è sventurata. È un po’ il senso di questo romanzo scritto da Vito Briamonte, originario di Sapri, e che conosce bene le dinamiche del Cilento, della Valle del Sele e del Golfo di Policastro, dove si affaccia anche la mia Tortora.
Zona sventurata questa lingua di terra che unisce Cilento e Calabria; terra dove il malaffare va a braccetto con la politica; dove i diritti dei cittadini, quando vengono rispettati, sono spacciati per privilegi; dove i soprusi vengono consumati sotto la luce del sole. Dirà qualcuno che tutto il mondo è paese, ma chi vive al Sud sa che deve lottare due volte.
E allora ecco la storia di Miryam, la donna con l’arco. Atleta olimpionica dalla vita perfetta e con una famiglia invidiabile, vittima però di un complotto che distrugge l’azienda del marito, Carlo. Un dolore immenso per lui, che lo porterà al suicidio. Inizia da qui la vendetta di Miryam, che se la prende con tutti gli autori di questi soprusi. Li uccide con una balestra; li ammazza dopo averli fatti confessare.
Dall’altra parte c’è il commissario Mario Porcelli, colui che dovrebbe catturare Miryam, ma che alla fine le strizza l’occhio, diventandone quasi un fan. È un veterano Porcelli, di cose sporche ne ha viste troppe durante la sua carriera; per lui, Miryam applica semplicemente il diritto alla legittima difesa.
Ma qual è il senso di questo libro?
Lo dicono bene tanto l’autore nella sua nota finale, quanto Nicola Vacca nella sua prefazione: non c’è la volontà di parlar male della propria terra, ma di raccontare ciò che si conosce. Tutto questo noir ha uno sfondo sociale. La crisi morale della nostra classe politica, la lentezza della giustizia, la comoda omertà, la burocrazia; sono tutte cose che conosciamo, che hanno reso l’Italia un’unica grande cloaca in cui la bellezza annega; ma qui al Sud si avverte un puzzo diverso: l’apatia.
Miryam non è quindi una eroina solitaria e inavvicinabile, ma un riscatto metafisico. È un libro particolare quello di Briamonte, perché racchiude la storia di un Sud che ancora non ha il coraggio di alzare la testa.
Recensione di Martino Ciano
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