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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Opera a me incomprensibile. Parecchie pagine mi son sembrate costituite dalle parole in libertà di futurista memoria. Il risvolto di copertina parla di fascinazione, ma personalmente ho provato solo una gran noia.
Recensioni
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"C'è una donna. Mi ama". L'autore cerca subito di fissarne l'immagine, ma non è possibile, l'immagine cambia, si moltiplica, ed ecco le novantasette donne del libro. Strumento del racconto è quello che Péter Esterházy definisce "l'abracadabra del miamamiodia", un breve "catalogo" dei modi di sedurre, farsi amare e sottrarsi delle novantasette protagoniste. Tra "Paganini del bacio", stakanoviste delle diete, sensuali e appassionate Lilith e amanti e mogli affascinanti o ripugnanti come streghe, l'autore/personaggio traccia un ritratto e un inno all'imprendibilità e alla vitalità della donna, in un richiamo continuo al mito e ai fondamentali archetipi del femminile. Il lui protagonista si sente attratto e perso di fronte alle metamorfosi della donna. Lei le gestisce con abilità e cinismo oppure soccombe, piombando in un inferno di emozioni oscure. Ma l'imprevedibilità la rende solo più irresistibile. Il rapporto a due viene vissuto come "un'alta e bassa marea", una danza, in cui le novantasette lei non rappresentano mai solo se stesse, ma l'incarnazione di quell'eterno femminino, da sempre perno dell'universo maschile. Con grazia, capacità di introspezione e ritmo, Esterházy accompagna per novantasette volte il lettore fin dentro al cuore del mistero che regola il gioco del desiderio e dei sentimenti amorosi. Il tutto in una sorta di travolgente vortice pittorico. Laura Fusco
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