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Che libro! Non è lui ad essere strano, bensì lo è l'impressione che io ho avuto di esso. Non è nulla di speciale o di particolare, soltanto un brevissimo romanzo che ho letto sotto l'ombrellone, e lo stile è molto semplice, scorrevole e poco descrittivo. Si legge quindi abbastanza in fretta. Se piace, ovviamente. Anche se si lascia leggere, i difetti contenustici che ho rilevato sono non pochi. Innanzitutto, mi è impossibile classificare "La donna di pietra" in un determinato genere letterario. Dicono sia un romanzo rosa, ma è qualcosa di molto più complesso e l'accostamento mi sembra piuttosto riduttivo, oserei dire offensivo. L'argomento affrontato è la formazione di una donna (attenzione, non una ragazza che cresce, ma una donna vera e propria) che affronta una superba, lenta e difficile battaglia interiore fra doveri, passione, amore e desiderio. Una vera e propria guerra di sentimenti che è sempre un bel contenuto per un buon romanzo. Spetta soltanto all'autore gestirlo, ed è proprio questo il problema qui. Winifred Wolfe usa uno stile semplice ma molto scarno, che accenna appena emozioni e sentimenti, e sebbene venga considerato "romanzo rosa", la passione qui presente è pressochè nulla. La protagonista viene invece ridotta ad un'anonima figura isterica e paranoica di una puntata di "Desperate Housewife" che irrita non poco, facendo venire voglia di strappare le pagine del libro una dopo l'altra. Perchè un argomento così delicato viene affrontato con tutta questa freddezza interiore e isteria da emicrania? La quarta di copertina afferma che questo romanzo è una "sophisticated comedy", anche se io non ho visto nulla di "sophisticated", talmente il libro è poco curato, quasi abbandonato a se stesso. Contenti loro... Ribadisco che è breve, eppure ci ho impiegato quasi un mese per terminarlo. Tra l'altro è stato scritto negli anni Sessanta e in Italia è uscito pochi mesi fa. Non mi pongo nemmeno il perchè.
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