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Anno edizione: 1995
Anno edizione: 2012
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Don Chisciotte scambiava le sue fantasie per verità, l’immaginazione per consistenza. Ma cos’è vero e cos’è falso, cosa illusione e cosa oggettività? Alfred Schütz nel 1955 rilesse filosoficamente il capolavoro di Cervantes affrontandovi la questione della costruzione intersoggettiva del reale. Il suo saggio è introdotto da una concisa e illuminante prefazione di Paolo Jedlowski, che indica al lettore quale fosse l’intento fondamentale dell’autore nel ripercorrere le pagine dell’opera cervantiana: esistono tante diverse realtà, e non è detto che quello che il senso comune dà per scontato sia “vero”. “Don Chisciotte non partecipa del ‘senso comune’. Per lui, sono plausibili e reali cose che per Sancho Panza (il rappresentante per eccellenza del senso comune) sono solo fantasie”. Le figure dei due protagonisti del romanzo (il visionario e il concreto, ii sognatore e il disincantato) ci mostrano in quale maniera per ciascuno di noi funzioni “il modo in cui attribuiamo un senso di realtà alle cose in cui ci imbattiamo e alle forme con cui ce le rappresentiamo”. Schütz derivava dalla fenomenologia il concetto antipositivista e antidogmatico che noi sappiamo della realtà solo ciò che appare, ciò che si manifesta nei contenuti delle percezioni e della coscienza. Tuttavia, non si vive solo nella realtà quotidiana; esistono infatti anche altre realtà in cui ci immergiamo, per esempio quando andiamo a teatro o al cinema, o quando ci lasciamo assorbire da idee-guida religiose, scientifiche, artistiche. Il filosofo William James le catalogava come sotto-universi: sono molteplici, e ciascuno di noi vive nei suoi, non sempre comunicabili e condivisibili. Don Chisciotte era totalmente immerso nel sotto-universo del suo mondo cavalleresco, e senz’altro non partecipava del senso comune: “Io immagino che tutto ciò che dico, è vero. Niente di più, niente di meno”, affermava perentoriamente.
Recensioni
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In questo saggio, inedito in Italia, la storia di Cervantes è il tramite che Schutz ha scelto per introdurci al problema fondamentale del suo pensiero: quello della costituzione intersoggettiva della realtà.
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