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scheda di Prevedello, F. L'Indice del 2000, n. 04
"Mentre scrutavo le fattezze del viso di Don Chisciotte (...) mi accorsi che era necessario avvertire quel pover'uomo dei pericoli che correva, come giornalista e come straniero. Stava rischiando la vita in una città che aveva smarrito valori e onore". Se non è una novità che Don Chisciotte rischi la propria vita, altrettanto non si può certo dire del fatto che di professione faccia il giornalista. E in realtà, in questo romanzo dello scrittore algerino Waciny Larej, il primo a essere tradotto in italiano, il Don Chisciotte in questione è un altro. Si tratta, infatti, di un odierno discendente di Cervantes - che dal personaggio creato dal suo avo ha ereditato il nome e la sua leggendaria ostinazione - deciso a ricercare la memoria del grande scrittore ripercorrendo rotte mediterranee per approdare ai luoghi in cui Cervantes visse. Questa è la ragione che lo guida, nell'estate del 1995, fino ad Algeri, città di prigionia per Cervantes catturato dai pirati Turchi. Ad Algeri il novello Don Chisciotte incontra Hsissen, impiegato del Ministero della Cultura come addetto alle relazioni ispano-algerine, che diverrà sua guida e suo compagno di avventura, oltre che voce narrante del romanzo. Discendente di un bibliotecario di Granada che ha visto bruciare i suoi libri nei roghi voluti dall'Inquisizione, Hsissen è custode e testimone dei legami tra il suo paese e la Spagna, e ha perciò con lo spagnolo un passato comune che si concretizza nei racconti della sua vecchissima nonna, Hanna. Ed è solo a lei, cieca per l'età, che viene risparmiato il dolore di assistere al degrado di Algeri ormai inghiottita da discariche divenute regno di floridi affari per una delinquenza organizzata legata ai poteri forti al governo, dove bande di fondamentalisti e assassini ammanicati giustiziano a loro piacere chiunque ritengano pericoloso. È in questa Algeri che i due personaggi si muovono, cercando una memoria comune la cui esistenza è negata dall'ottusità e dall'ignoranza del sistema e dei suoi rappresentanti. L'atmosfera si fa noir, accompagnata dal tono ironico di Hsissen che cerca di fuggire la tragicità della situazione. Ma, mentre la rete si stringe attorno ai due e cerca di soffocarli con la sua illogicità, il racconto di Hsissen riesce ad arrivare fino a noi, portandoci l'amore di Waciny Larej per quella sua città, Algeri, fatta di contraddizioni e speranze che si rispecchiano nei dettagli minimi che la compongono, colti dall'autore in un equilibrio di poeticità e realismo.
Francesca Prevedello
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