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Anno edizione: 2018
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Da sette anni raccolgo sassi (che bella metafora questa e l'ho trovata in questo libro) Da un mese circa li sto allineando per inserirli in una raccolta. Ero indecisa, un po’ demotivata. Poi è arrivato Domare il Drago e ho trovato fra queste pagine tante risposte, analogie, "cose" mie di cui tu non potevi sapere. Noi non ci conosciamo, ma sirene, voci, ombre e muri sono parte di me, sono in quei sassi che ho sulla scrivania. Che meraviglia. Sono finita in un mondo che appartiene a tutti i sensibili e non lo sapevo. Leggere Domare il drago mi è servito molto. È come se improvvisamente mi si sia aperta la mente. Riconosco gli errori dei miei scritti, cosa che non mi riusciva prima. Una sorta di illuminazione. Tutto fluisce in modo naturale. Il merito è del libro, o meglio di quel che tu, Isabella hai scritto, dei punti che hai affrontato. È stato il libro più interessante che io abbia letto sulla poesia. E se “la coinquilina scalza” è l’unica raccolta di poesia che io abbia riletto più di una volta, “domare il drago” sarà il secondo libro che rileggerò spesso. Spero che anche “stagioni d’aria” sia come gli altri due. Ti farò sapere in tutta onestà. Grazie Pina ps: Non a caso sei il mio poeta donna preferito
Incontrare un autore o un’autrice è sempre emozionante e la scuola Vincenzo Monti ci ha dato la possibilità di incontrare la poetessa riccionese vincitrice del premio Montale Isabella Leardini. L’incontro si è svolto nell’aula Gori con alcune classi di seconda delle scienze umane. Doveva essere con noi anche una sua giovane discepola, Ivonne Mussoni, che purtroppo colpita dal l’influenza non ha potuto raggiungerci. Isabella si è presentata ponendo subito il quesito: “qual è il vostro ostacolo?”, domanda insolita ma mirata. Il suo ultimo libro, “domare il drago” pubblicato da Mondadori, ha come filo conduttore fra i capitoli un ostacolo che attraverso le parole, che come si può immaginare hanno il ruolo di protagoniste, verrà superato tramite un viaggio introspettivo e riflessivo. Oltre alle parole i veri protagonisti sono i ragazzi del gruppo di poesia di Isabella, infatti domare il drago è una raccolta di esperienze e poesie dei ragazzi che ha accolto nel suo corso che grazie alla scrittura sono finalmente riusciti a trovare la stabilità e la felicità. Con Isabella sono riuscito ad avere anche un colloquio quasi personale dove mi ha dato dei consigli. Fra le varie domande che le avevo fatto una risposta in particolare mi ha spiazzato e fatto capire quello che in sedici anni di vita non avevo capito. Le avevo chiesto se lei oltre a dare un significato a tutte parole che scrive per caso le fosse capitato di scrivere una poesia solo per avere un bel quadretto da immaginarsi (le ho raccontato come esempio una mia poesia) e lei mi ha detto che il mio non era un semplice “quadretto bello da ricordare quando voglio” ma che ogni parola aveva un peso. tutte le parole hanno un peso. Tutte le poesie sono come un drago, simbolo che rappresenta i quattro elementi: acqua, terra, fuoco, aria. Nelle poesie e nei discorsi di Isabella vengono spesso fuori dei simboli (ai quali dà un significato piú esaustivo nel libro). Non a caso spesso riporta come simbolo nei suoi discorsi e nel
Sorpresa, è una delle parole che caratterizzano la mia esperienza con questo libro. Mi sono avvicinato alla lettura di Domare il drago con scetticismo. Non credevo si potesse, attraverso un libro, raccontare l’esperienza dei laboratori di scrittura poetica, non credevo nemmeno si potesse farne un buon libro ad essere sincero, credevo potesse rivolgersi solo agli addetti ai lavori e dunque risultare noioso o peggio ancora, altezzoso. Ho creduto in un prodotto commerciale come oggi capita che venga impacchettato, qualcosa di vuoto che con la poesia aveva poco, nulla, a che fare… Comunque sono bastate queste righe a conquistarmi: “La poesia è fisica quanto le lacrime o una risata, è un istinto innato della parola, lo stesso che all’inizio ha dato i nomi alle cose e il ritmo alle preghiere.” Queste parole sono nella prima pagina del libro. Evidentemente il mio era uno scetticismo pronto a scendere a compromessi… Isabella la conoscevo già perché mi ero innamorato di Una stagione d’aria (Donzelli Ed.). È stata lei infatti il motivo che mi ha spinto verso il libro. Trovo nella sua poesia le trame di un canto che mi rapisce. Mi perdo fra le sue parole, fatico a renderne conto, smarrisco anche il senso talvolta, ma quella musica, quel ritmo, mi avvolge e innamora. Mi sono dunque, vinto lo scetticismo iniziale, lasciato guidare per mano, affidandomi interamente come un bambino che chiude gli occhi e si lascia portare da chi sa che non potrà tradirlo. Sorpresa, perché non avrei mai pensato di poter amare così tanto un libro/laboratorio. Un libro che in verità è molto di più. È un percorso che non si limita a esplorare il mondo (certo, già di per sé vastissimo) della scrittura poetica ma ha l'ambizione (ma non la presunzione) di condurre attraverso la poesia a scoprire qualcosa in più di sé stessi. È ricco di esempi, di esperienze vissute in prima persona dall’autrice e da chi i suoi corsi e laboratori li ha seguiti. È ricco di poesia, di citazioni. Lo consiglio a tutti...
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