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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2007
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Il 1974 è certamente una data storica e bene ha fatto Giambattista Scirè a riprendere le vicende che hanno portato il nostro paese non solo ad approvare in Parlamento la legge Fortuna- Baslini sul divorzio, allora vietato in Italia, ma a confermarla nel referendum abrogativo voluto dalla Democrazia Cristiana conservatrice e dal Vaticano, disposto perfino a modificare il Concordato purché il matrimonio fosse indissolubile anche per i non credenti. E' da notare che la prima applicazione del divorzio riguardò, nel 76 % dei casi, coppie separate da oltre vent'anni, a dimostrazione che non si distruggeva nulla quando la famiglia risultava già divisa e non era possibile legittimare figli nati fuori dal matrimonio. Tuttavia è davvero importante rendersi conto della complessità del gioco politico dei partiti che già allora conoscevano poco il sentire profondo del popolo e, tutto sommato, sempre ne avevano paura. Fu la prima volta, infatti, che si fece sentire quella "società civile" che oggi sente di non avere sufficiente rappresentanza dei propri interessi: sarebbe stato molto preveggente una sinistra che avesse compreso che l'elettorato poteva crescere al proprio fianco a partire da una cultura, in quegli anni ancora fatto "sovrastrutturale", non riducibile sotto le rosse bandiere. Appare quasi divertente vedere l'ondeggiare dei timori dei partiti, tutti impegnati in trattative esasperanti, con i leader che si andavano a trovare nelle loro abitazioni private per trovare qualche mediazione negoziata; la sinistra temeva di perdere e, in particolare il Pci, non voleva ricevere un'altra scomunica dal Vaticano. Soprattutto i più giovani (e le più giovani!) che non erano ancora nati o andavano all'asilo farebbero bene a leggersi questo libro: impareranno di più di politica che dalle analisi contemporanee dei politologi. Giancarla Codrignani, "Noi donne", dicembre 2007
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