I risultati delle elezioni del 4 marzo hanno portato alla formazione di una grande coalizione populista. Fabio Bordignon, Luigi Ceccarini e Ilvo Diamanti analizzano i risultati, le ragioni e le identità alla base dell’ultimo voto, fotografando una mappa inedita del nostro paese.
«Ci sono eventi che segnano un passaggio significativo, se non una vera frattura, rispetto al passato. Recente e (più) lontano. Le elezioni del 2013 possono essere considerate tali. Quelle del 4 marzo 2018 si sono spinte oltre. Alla ricerca di "precedenti che possano dare senso storico a quel voto, si sentono richiamare le elezioni politiche del 1976. Fino ad allora, la DC aveva governato senza alternative e senza avversari, durante il dopoguerra. Ma in quella consultazione il suo primato venne insidiato dal Pci. Che ottenne oltre il 34% dei voti: sette punti in più delle precedenti elezioni.» – Ilvo Diamanti
Le elezioni politiche del 2018 hanno sancito la compresenza in Italia di due tipi di populismo. Da una parte, un populismo di destra radicale, in linea con la tradizione europea, interpretato dalla Lega. Dall’altra parte, l’originale miscela di populismo di sinistra e di destra suggerita dal M5S. Due varianti che peraltro hanno dato luogo a un peculiare fenomeno di ‘spartizione territoriale’: se la Lega è rimasta forte al Nord espandendosi al centro e addirittura nel Mezzogiorno, il M5S, che nel 2013 mostrava un tratto decisamente nazionale, ora raccoglie la maggioranza dei voti a Sud. Ma in cosa, secondo le indagini demoscopiche, convergono e in cosa si distinguono gli elettori dei due partiti? Qual è oggi, più in generale, l’identikit degli elettori dei vari partiti italiani? Come si compone la geografia sociale e territoriale del voto? Perché nel clima politico attuale i partiti tradizionali affondano? In queste pagine, Fabio Bordignon, Luigi Ceccarini e Ilvo Diamanti ritraggono i cambiamenti avvenuti nei partiti e nell’elettorato durante gli ultimi cinque anni. Emerge, in questo quadro, forse il più interessante elemento di rottura rispetto al passato: il configurarsi di una nuova linea di divisione, alternativa rispetto a quella tra destra e sinistra, che oppone le forze pro-sistema e anti-sistema, pro e contro l’Europa, globalisti e nazionalisti, partiti mainstream e forze populiste.
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