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Il silenzio, la quiete, il ritrarsi da ciò che distrae e confonde, raccogliendosi nell’intimità del cuore, è la tessitura tesa alla base di questo libriccino, che in ogni pagina condensa un insegnamento sapienziale, senza presunzioni o retorica, quasi che l’autore parlasse tra sé e sé, con scarsa attenzione a un eventuale pubblico di lettori. Non c’è declamazione, né intento pedagogico: solo umile riflessione, indagine del pensiero interrogante. Christian Bobin invita a ritrovare nel proprio io, gonfio di cose inutili e poco concentrato su quello che conta davvero, lo stesso abbandono fiducioso del bambino che si addormenta nel chiasso della folla, che impara a parlare innamorandosi del suono di ogni vocale, o che si impegna nel suo gioco con la stessa dedizione dei santi. L’unica santità possibile consiste infatti nell’accorgersi del bene, ovunque esso si annidi: lo ha insegnato Francesco d’Assisi, con la sua gaiezza e povertà, con la sua vicinanza a tutte le creature. Dovremmo recuperare la leggerezza «dell’uccello che per cantare non ha bisogno di possedere il bosco, nemmeno un solo albero», e la volontà di compiere ogni atto, anche il più banale e quotidiano, con la massima applicazione, perché questa cura verso le cose minime si riflette immancabilmente nell’ordine universale. Consapevoli della nostra inessenzialità, impariamo a conquistare l’essenziale: «Riconosco lo splendore del vero soltanto nella gioia e in quella coscienza di noi stessi che l’accompagna sempre, la coscienza “radiosa” di non essere nulla». Autore molto letto e molto amato in Francia, questo poeta del poco, indifferente ai palcoscenici, alle cattedrali e ai salotti, deve ancora ottenere un pieno riconoscimento qui in Italia. Ma per lui anche saper aspettare, senza allontanarsi troppo dalla propria attesa, rimane comunque un privilegio, un regalo gratuito.
Sono stato nuovamente da Bobin nel 2010...indimenticabile!
Ho avuto la fortuna d'essere ospite una mattina da Christian Bobin, a Le Creusot. Anni prima lo stesso Bobin mi aveva inviato per posta il libro che poi io, con tutti i miei limiti, ho cercato di traghettare sulla nostra sponda italiana. Bobin ha accolto il mio desiderio di veder pubblicato il testo dell'Evangelisita Luca: la vedova di Nain...per ricordare un mio carissimo amico! marcello
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