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Recensioni Il disprezzo del mondo

Il disprezzo del mondo di Innocenzo III
Recensioni: 5/5
Nel corso dei secoli XI e XII si assiste alla nascita di un genere letterario, che divulga il tema ascetico del disprezzo del mondo: è una letteratura che si sviluppa in opposizione agli ideali aristocratici e borghesi, reagendo contro una cultura edonistica che sempre più si diffondeva in Europa. Il capolavoro di questo genere è Il disprezzo del mondo (De contemptu mundi) di Lotario di Segni, poi divenuto papa Innocenzo III. Un senso di angoscia e di disperazione, appena attenuato dalla speranza nella salvezza eterna, grava su quest'opera che conobbe un immenso successo fino al XVII secolo, quando Pascal ne riprese la tematica in modo del tutto nuovo. Nel descrivere la miserabile condizione dell'uomo, corrotto dai peccato fin dal momento della nascita, il linguaggio di Lotario assume toni di allucinato e violento realismo che a tratti fanno pensare a un Gongora o a un John Donne: «L'uomo è putredine e il verme è figlio dell'uomo».  L'uomo viene concepito dal sangue putrefatto per l'ardore della libidine, e si può dire che già stanno accanto al suo cadavere i vermi funesti». Ci si può chiedere allora se il futuro organizzatore della crociata contro gli Albigesi non condividesse in qualche misura, nel suo intimo, la pessimistica visione catara di un creato in balia del Principe delle tenebre.)
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