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Anno edizione: 2020
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Ve lo dico subito: non fidatevi del titolo, né dell'introduzione dove pare che Fabio Paglieri racconti una storia simile a quella del dottor Stranamore. Il tema del libro è l'epistemia, cioè la conoscenza scientifica e filosofica. Con esempi volontariamente tratti dai tempi avanti Internet, l'autore mostra come le bufale siano sempre esistite, che possono anche essere propagate più o meno volontariamente anche da illustri studiosi, e che noi ci abbiamo convissuto senza preoccuparcene più di tanto. Soprattutto però mostra come una bufala nasca e si sviluppi nonostante le possibili smentite, che anzi vengono immediatamente prese dai complottisti come la dimostrazione che c'è davvero sotto qualcosa. La conclusione di Paglieri è che l'unico modo per scansare buona parte delle bufale è mettere in moto il nostro cervello e capire per prima cosa di chi e quanto possiamo fidarci. Ah: nel quizzino verso il fondo ho risposto correttamente a 8 risposte su 13 :-) Non era insomma così difficile prendere la sufficienza...
Saggio di buona fattura che analizza il fenomeno delle fake news, proponendo al pari della decrescita una disinformazione felice. L'ultima parte del libro, la più interessante, è un buon manuale per affrontare temi fondamentali quali debunking e fact checking
Bufale o fake news sono termini che caratterizzano molte vicende e cronache di questi ultimi tempi, alimentate dallo stragrande utilizzo dei media, indubbiamente diffusori e talvolta ‘distorsori virali’ delle informazioni : i media, l’on-line, risultano una rete ‘epistemica’ di algoritmi conoscitivi condizionanti. L’autore, nella premessa, provocatoriamente sostiene che le bufale sono ‘un patrimonio da valorizzare’, un patrimonio che caratterizza una società libera e democratica, che non deve far paura e che anzi va considerato come stimolo forte ad una chiarimento e approfondimento conoscitivo, indispensabile per la formazione di una opinione individuale. In pratica, ogni ‘escursione in rete costituisce una importante occasione educativa’ Pochi immaginano che le bufale sono sempre esistite, volontarie o involontarie, intese come paralogismi (ragionamenti , riferimenti sbagliati con apparenza di verità e creduti veri anche da chi li riporta) o sofismi ( idem come sopra, ma con ‘dolo’ da parte di chi li divulga, che ben ne conosce la falsità o inesattezza). In tal senso Paglieri , che dimostra grande preparazione e professionalità sulla materia , si dilunga in esempi ‘storici’ ( gli elefanti nani della Sicilia, il regno ricchissimo, fantastico ma inesistente di prete Gianni, la California, inizialmente considerata un’isola…), non trascurando riferimenti al mondo della politica e della informazione attuali. Il tutto con dovizie di particolari ed analisi tematiche che, per la loro complessità di argomentazione, spesso sembrano più indirizzati agli addetti ai lavori, piuttosto che ad un occasionale lettore curioso. Questo a mio parere il limite (o il pregio ?) di questo interessante, rigoroso ed attualissimo saggio.
Recensioni
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