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Non si può certo affermare che l'attività parlamentare di Lama (deputato del Pci dal 1958 al 1968 e senatore, sempre del Pci e poi del Pds, dal 1987 al 1994) abbia rivestito un ruolo centrale nella lunga carriera sindacale di uno dei più prestigiosi leader della sinistra italiana. Il volume offre tuttavia spunti che contribuiscono a fare luce su una parte poco conosciuta della sua biografia politica. Lama vive infatti buona parte della sua prima esperienza parlamentare nei tumultuosi anni del "miracolo economico", di cui denuncia le storture (sviluppo caotico, perdurante divario Nord-Sud, bassi salari, inosservanza dei diritti sindacali), battendosi altresì per un sempre maggiore allargamento dei diritti dei lavoratori (significativa la battaglia per introdurre nella legislazione italiana il concetto di "giusta causa" per i licenziamenti). Risultano però evidenti anche i limiti della cultura economica del Pci, espressi tramite ricorrenti luoghi comuni (visione crollista della situazione economica, pauperizzazione progressiva della classe operaia). In questa fase Lama interpreta del resto il proprio ruolo di deputato come la naturale prosecuzione dell'attività svolta nel sindacato, di fatto prevalente. Durante la seconda esperienza parlamentare, iniziata dopo il lungo periodo passato alla guida della Cgil, Lama, pur continuando a occuparsi di temi relativi al mondo del lavoro, prende la parola anche su questioni più squisitamente politiche: ad esempio la discussione sul riordino del sistema radiotelevisivo italiano (la famosa legge Mammì), l'adesione del nostro paese al trattato di Maastricht, la regolamentazione del voto degli italiani all'estero. Questa raccolta di discorsi permette così di apprezzare la tensione morale e la passione civile tipiche di una generazione di dirigenti politico-sindacali che ha vissuto il proprio ruolo con dedizione e abnegazione totali, caratteristiche oggi assai rare.
Claudio Rabaglino
Il volume raccoglie i discorsi pronunciati da Luciano Lama alla Camera tra il 1958 e il 1968 e al Senato tra il 1987 e il 1993, introdotti da un saggio del prof. Cesare Salvi, vicepresidente del Senato della Repubblica, e corredati di note. Lama si dimise da parlamentare nel 1969, per l'incompatibilità tra cariche politiche e sindacali, deliberata dal VII congresso della CGIL, e nei sedici anni intercorsi tra i due mandati parlamentari fu segretario generale della CGIL. Gli interventi di Lama introducono nel dibattito parlamentare una ricca cronaca di lotte sindacali e di episodi della quotidianità del mondo del lavoro, collegati alla difesa dei diritti dei lavoratori, al problema dei salari e al loro adeguamento al costo della vita, alla disciplina dei licenziamenti.
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