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Un libro lungo e discorsivo, che poteva forse meglio sintetizzarsi, nonostante il tema del rapporto fede e ragione che si snoda in ben 4 secoli di battaglie (guerre non solo religiose) in Occidente, dove si affrontano nel contesto storico e di pensiero, cercando di mettere in ordine e di togliere confusioni, tematiche fondamentali: "rivelazione e ragione, purezza dogmatica e tolleranza, ispirazione e consenso, dovere divino e convenienza sociale". Si inizia chiedendoci perchè e come le religioni incidano nella politica: il pensiero su Dio e le intenzioni di Dio.Un Dio immanente, remoto, trascendente?Tre immagini di Dio, dell'uomo e del mondo che corrispondono a tre teologie poltiiche. Abbiamo poi ebraismo, cristianesimo e islamismo e le correnti più importanti teologiche investigate nelle loro origini: messianesimo o Trinità, Torah e shari'a, legge divina, naturale o del cuore. Le scoperte scientifiche e il Dio dei filosofi, con pensatori e scuole differenti ( la riscoperta degli epicurei e stoici nel XVII secolo). Machiavelli, Hobbes quale epicureo moderno "campione della semplificazione" per il quale la religione è (come Hume) una reazione all'ignoranza e alla paura, Locke, Kant, Rousseau che riconosce il potere della religione di forgiare legami sociali, Hegel e il problema della riconciliazione cristiana con la politica, i teologi protestanti ed ebrei, soprattutto tedeschi e la teologia liberale, come speranza razionale, nell'indistinzione che fa tra ragione e rivelazione :Schleilermacher, Troeltsch, Cohen..messianismo, apocalitticismo, chiliasmo, escatologia politica, tanti modi e forme...Buber,Barth,Rosenzweig,Bonhoeffer, Tillich,Gogarten, Bloch ..eterodossie che sfruttano il potenziale gnostico della rendenzione? Si arriva alle democrazie liberali contemporanee nella distinzione con quelle anglosassoni. Il Dio morto dei teologi liberali e il Dio redentore. Libro prolisso pur seguendo un percorso chiaro e interessante.
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