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I due autori affrontano il tema del pensiero in quanto oggetto di indagine, "il pensiero testimone del pensare e del suo evolversi, nel suo continuo oscillare tra oggettività e soggettività". La magia, le religioni, il pensiero filosofico, le neuroscienze, la psicoanalisi, sono le tappe di un percorso non lineare, che include l'arte, la creatività psicotica, il delirio. Dio e l'inconscio sono intesi come vissuti che esprimono momenti evolutivi diversi "per difendersi dall'incomprensibilità e dal dolore che comporta l'essere nel mondo". Dio è l'onnipotenza metafisica, l'inconscio è la forza del biologico, che l'uomo non riesce a pensare ma che si traduce nel vissuto psichico. Gli autori (una terapeuta dell'infanzia, l'altro psicoanalista) insistono sulla particolare modalità di conoscenza portata dalla psicoanalisi, che non si allinea sul pensiero razionale, in quanto introduce la dimensione dell'inconscio nella relazione analista-paziente e non ha per fine la verità, bensì la comprensione condivisa. Non viene trascurata l'importanza dell'influenza socio-ambientale e grande attenzione è rivolta ai più recenti risultati delle neuroscienze. Infine, dopo questo ricco e colto excursus storico ma soprattutto teorico su "molte delle tante modalità con cui l'essere umano riesce a costruire un pensiero su se stesso e ( ) a difendersi ( ) dal dolore di ciò che è riuscito a pensare", si giunge al nucleo originario, al nostro inizio sia biologico che psichico: la relazione madre-bambino. Daniela Ronchi della Rocca
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