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In questo libro il dott. Borgna invita l' uomo ad interrogarsi profondamente su ciò che concerne la dignità umana e dove essa può venire ferita dalla mancanza di comprensione e di ascolto come pure dalla violenza legata a vari contesti bellici con le parole di Ungaretti e con situazioni di sofferenza che trovano voce nelle parole di Bonhoeffer e Von Galen ma Borgna riesce a rendere viva la narrazione declinandola nelle sue più svariate realtà,le realtà in cui l' uomo può salvare la sua dignità sono molte e molteplici, l' anima umana anche se ferita e lacerata dalla sofferenza può trovare la liberazione del cuore, partendo dal titolo che richiama Simone Weil con l' ombra e la grazia ed il concetto dell' attesa di Dio Borgna indaga le più recondite espressioni della umana esistenza, i vari richiami poetici del testo fanno sì che non ci si trovi davanti alla psichiatria fredda e dominata dalla ragione calcolante ma piuttosto queste pagine emanano quel buon profumo della capacità di trasfigurare e nobilitare la cura medica rendendo possibile un ideale abbraccio tra medicina e poesia, per me leggere queste pagine è come vedere brillare le stelle notturne e nel contempo ammirare un aurora di una nuova giornata che nasce e di un tramonto che sfuma sino al buio della notte, vedasi in particolare le pagine sulla gentilezza e la mitezza(il sermone sul monte), sulla frontiera tra il sorriso e le lacrime e sulle loro connessioni emozionali, un libro insomma in cui si trovano parole di luce e di speranza che da sempre Borgna comunica con quella profondità e radicalità che indicano nella capacità di creare una comunità di destino la vera salvezza dell' uomo, non solo nel campo psichiatrico ma anche nel creare un mondo nuovo, capace di cogliere le intermittenze del cuore e le infinite espressioni umane, un libro che condividerò con grande piacere con i miei amici utenti nell' attività che si svolge presso il centro diurno del C.S.M. della mia città. LUX LUCET IN TENEBRIS.
L'ultimo volume pubblicato da Eugenio Borgna traccia - con la consueta, acuta, sensibilità e con esemplare attenzione a eccezionali contributi letterari - una mappa delle diverse ferite apportate alla dignità umana, "in emblematiche situazioni fenomenologiche e antropologiche, come quelle della malattia, della solitudine e della immigrazione", ma anche negli stati d'animo più fragili e sofferenti, quali le attese deluse, le speranze infrante, le terrificanti risonanze dell'ignoto, o lo spettro nullificante della depressione. Seguendo l'intuizione offerta dal titolo di un volume di Simone Weil ("L'ombra e la grazia"), Eugenio Borgna indaga sia la pesantezza del dolore, della sventura, della malattia mentale, sia le "stimmate luminose" della grazia, nelle declinazioni in cui essa sa offrirsi e consolarci: gentilezza, mitezza, sorriso e lacrime. E in questa sua esplorazione degli "abissi dell'anima" si avvale della testimonianza della poesia, che più delle gelide e spesso indifferenti indagini psichiatriche, è in grado di descrivere "il cammino friabile e oscuro" di ogni sofferto sentire umano: quindi i versi di Leopardi, Hoelderlin, Rilke, Dickinson, Montale, Celan, Sachs sono alternati a riflessioni altrettanto emotivamente partecipi di grandi filosofi, medici, mistici. Proprio la letteratura, con il suo "linguaggio rabdomantico e fosforescente" può consentire alla psichiatria di avvicinarsi al senso profondo della vita, esprimendo "l'inconoscibile e l'inesprimibile" di ogni esperienza oscura e lacerante dell' esistenza. Le tre parti in cui si articola il volume affrontano da diverse prospettive i molteplici modi in cui la dignità di una persona può essere sfregiata dalla noncuranza, dall'egoismo, dall'indifferenza: ma anche in che maniera questa stessa dignità ferita possa venire curata e salvata. E l'autore esprime la condivisibile speranza che siano la gentilezza e la mitezza, il sorriso e la grazia, a cambiare non solo la psichiatria, ma il mondo stesso.
Recensioni
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