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CORTI, MARIA, Il ballo dei sapienti, Mondadori, 66
BASSANI, GIORGIO, Dietro la porta (Il romanzo di Ferrara, libro IV), Mondadori, 1993
scheda di De Federicis, L., L'Indice 1995, n. 7
Dei cinque libri narrativi pubblicati da Maria Corti, è scomparso il secondo, "Il ballo dei sapienti" del 1966. La Corti era passata dai licei all'università, e nel romanzo rappresentava appunto la sua doppia esperienza intrecciando vicende parallele del milanese liceo Bonvesin de la Riva e della appenninica Università di Bobbio. Riti e miti quasi abbaziali e parodie del costume accademico attirarono lì per lì sul libro una curiosità maliziosa che non gli ha giovato. Se lo rileggiamo oggi, troviamo altro che ci piace di più: il quadro di una Milano neocapitalistica e di una scuola vicina e lontana dal Sessantotto, con uno schema narrativo di cui conosciamo (da De Amicis a Starnone) l'effetto sicuro, e con certe pagine allusive sul tema della felicità, il desiderio della felicità amorosa che ugualmente sospinge ragazzetti e professori. Incantevole è soprattutto la voce autobiografica, ma di un autobiografismo intellettuale che ispira digressioni nel campo degli studi prediletti, fra sentimento e ironia e figure del medioevo e qualche tratto sentenzioso. Cos'è una biblioteca? Cos'è (forse) una visione del mondo?: "Aspetto ordinato e segreta sostanza caotica del sapere". Tutti infine, nell mondo di Maria Corti, si salvano appoggiandosi a questo "aspetto ordinato" della razionalità e piegandosi alla pazienza o scolastica o filologica. Il lettore che sia invece interessato a una vicenda di iniziazione senza salvezze può riprendere "Dietro la porta" del 1964, racconto lungo di Giorgio Bassani, il più trascurato fra i libri entrati nel ciclo "Il romanzo di Ferrara". Bassani torna all'anteguerra, mescola storia e memoria; e guardando ai modelli della grande narrativa europea costruisce una situazione che, attraverso le dinamiche del piccolo gruppo adolescenziale, pone in gioco il problema del comando e dell'obbedienza, della complicità, del silenzio. Problema cruciale per lo scrittore, e per la borghesia ebraica, e cattolica, che egli ha in mente.
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