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Ho letto per il momento solo questo primo volume e mi è piaciuto molto Molto interessante nel complesso. Comprerò presto il secondo volume gli altri a seguire
Dien Bien Phu è una serie molto lunga (13 volumi) annunciata da Bao per la collana Aiken. è un seinen che ha avuto una vita editoriale molto travagliata in Giappone. Iniziò la sua pubblicazione sulle pagine di Ikki di Shogakukan per poi concludere su Monthly Action di Futabasha. Ikki è un punto di riferimento per me come lettore, nonostante abbia chiuso i battenti da anni. La rivista ospitava autori dallo stile unico, inconfondibile e questo manga non è da meno. Unico ovviamente non implica per forza "bello". In questo caso lo stile è minimale, cartoonesco e crea un profondo distacco rispetto alla storia più seria e cupa. 240 e passa pagine. Nessuna a colori. Sovraccoperta in un cartoncino niente male. Pagine, come sempre per la collana, con un po' di trasparenze (niente di clamoroso, ma sicuramente si fanno notare). La storia ruota intorno ad un giovanissimo fotografo di 19 anni che viene mandato in Vietnam nel 1965. Il protagonista è un buono, completamente incapace di offendere qualcuno e impreparato alla guerra e ai suoi orrori. Inoltre è per 1/4 (?) asiatico giapponese e i suoi tratti ovviamente attirano l'attenzione dei soldati americani compagni di disavventure. Il secondo personaggio protagonista è una misteriosa ragazza (quella in copertina), vietnamita, brutale assassina, che si muove con una tale velocità da risultare...finta. Sembra effettivamente un elemento fantastico immerso in un'ambientazione reale. La ragazza diventa un enorme problema per l'esercito americano che inizia a darle la caccia. L'unico indizio sulla giovane è una foto scattata dal nostro amichetto. Speravo ovviamente in una storia senza questo elemento irreale, ma i momenti didascalici non mancano all'interno del volume e, a mio parere, non pesano. Il disegno molto stilizzato e caricaturale, dona un po' di umorismo alla storia riproponendo quella simbiosi ormai ben famosa della storia drammatica / disegno puccioso.
Di imprese, l’essere umano ne ha compiute tante, eppure raccontare la storia rappresenta ancora oggi uno dei più grandi e pericolosi scogli mai incontrati. Sebbene i nostri archivi siano relativamente pieni di narrazioni circa i più importanti conflitti mondiali, di molti altri, soprattutto se accaduti in epoca moderna, le bibliografie non vantano una selezione di titoli particolarmente ampia. Ecco perché opere come Dien Bien Phu, potenzialmente capaci di raggiungere una fetta di pubblico vasta ed eterogenea, possono divenire essenziali nella comprensione della storia moderna e contemporanea o nella diffusione della sua conoscenza. Daisuke Nishijima si dimostra capace di narrare una delle conflittualità più crudeli ed ingiuste dell’era contemporanea, la guerra del Vietnam, attraverso un punto di vista originale, un racconto all’apparenza semplice e lineare ed un tratto essenziale, quasi fanciullesco, che emergono in tutta la loro efficacia già in questo primo volume, ponendo le basi per una serie emozionante e coinvolgente. Forte di uno scenario storico, sociale e politico molto ben delineato, nonostante si tratti di un primo introduttivo volume, la storia raccontata in Dien Bien Phu colpisce fin dalle prime pagine per una contestualizzazione precisa e ben studiata, capace di fornire al lettore i giusti riferimenti per poter effettivamente seguire con coscienza ed attenzione quanto accaduto ed accadrà. L’opera promette così di accompagnare il suo pubblico nelle viscere più profonde di una guerra tanto complessa quanto assurda e crudele, chiedendogli però un piccolo sforzo in più: credere all’irrazionale senso di estraneità che sicuramente scoprirà tra le sue pagine. Violenza, distruzione e sotterfugi trovano un contrasto netto nello stile del mangaka, un tratto quasi bambinesco e abbozzato: i personaggi di Dien Bien Phu incarnano alla perfezione quell’ideale di innocenza che una qualsiasi guerra sarebbe capace di distruggere, lasciandosi dietro sangue e terrore.
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