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I volumi propongono gli atti di due convegni che, tenutisi rispettivamente a Potenza nel 1995 e a Milano nel 1997, attestano l'interesse in Italia per la dimensione multietnica della società tedesca contemporanea. Un terreno di indagine maturato anche in Germania solo a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, con la nascita ufficiale di una germanistica interculturale, e divenuto di prepotente attualità nell'ultimo decennio soprattutto grazie alla ricezione critica delle teorie postcoloniali di matrice anglo-americana. I contributi qui raccolti affrontano quasi esclusivamente la letteratura prodotta da autori emigrati dall'Italia che hanno scelto la lingua del paese straniero come strumento espressivo. Intrisa di malessere, del conflitto prodotto dalla perdita delle radici, ma anche di contenuti emancipativi e dell'impegno a elaborare "modelli di gratificante coabitazione delle diversità" (Carmine Chiellino), la cosiddetta
Gallo, Pasquale (a cura di), "Die Fremde. Forme d'interculturalità nella letteratura tedesca contemporanea", Schena, 1998
Scimonello, Giovanni (a cura di), Letteratura e immigrazione, Donzelli, 1998
recensioni di Banchelli, E. L'Indice del 1999, n. 05
In molti casi questi autori - sul fronte italiano citiamo Gino Chiellino, Franco Biondi, Immacolata Amodeo, Salvatore Sanna - hanno maturato nel tempo anche una ricca elaborazione teorica intorno alla complessità che connota la loro condizione di stranieri o di "ospiti", termine quest'ultimo di cui Hans-Dieter Bahr nella sua affascinante proposta ermeneutica scandaglia l'irriducibile polisemia. L'ambito principale di riflessione riguarda i problemi linguistici connessi all'esperienza della Fremde, concetto di cui a più riprese vengono poste in evidenza le molteplici e intraducibili stratificazioni semantiche. La Fremde, quel luogo dunque che è nel contempo lontananza e differenza, mette in moto particolari processi psicologici ed emotivi tra cui spicca il peculiare fenomeno della "memoria biculturale" intesa come serbatoio in cui si sedimenta, soprattutto linguisticamente, quella che viene definita "la contemporaneità spaziale del diverso".
Gli interventi rivendicano la specificità che caratterizza il testo prodotto dall'incontro fra lingua di provenienza e lingua acquisita. Il discorso viene così ad assumere una forte connotazione ideologica alla luce della quale la pratica del bi- o pluri-linguismo si configura come una strategia di rifiuto di qualsiasi priorità etnocentrica e del "carattere esclusivo", quindi autoritario, della lingua della maggioranza.In questo orizzonte risulta perciò particolarmente opportuna, in chiusura del volume diGallo, la prospettiva storica scelta da Domenico Mugnolo, che analizza i meccanismi con cui il totalitarismo nazista ha saputo fare uso della purezza della lingua nazionale come veicolo privilegiato di egemonia politica, di discriminazione e di annientamento della pluralità culturale. È questa l'irreparabile ferita da cui prendono le mosse l'impegno critico e la militanza poetica della Ausländerliteratur.
(E.B.)
La Literatur der Fremde è la letteratura di quella parte della società tedesca contemporanea sempre più multietnica e dunque multiculturale; è un'espressione artistica che scova soggetti e paesaggi nuovi accanto a temi e problemi noti, proponendo in maniera provocatoria prospettive inconsuete, dimensioni inesplorate, linguaggi inusuali. Sono qui raccolti gli spunti forniti dalla sezione tedesca del convegno "La parola migrante. Lingue e letterature dell'emigrazione", tenutosi a Potenza nel maggio 1995.
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