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Dice che mia mamma faceva le poste
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I protagonisti di queste storie sono esseri umani sofferenti, malati mentali, picari, visionari, ladri o truffatori di mezza tacca, vittime di violenze familiari e non, persone emarginate, che vivono in quel margine, detto zona d’ombra, di cui si evita di parlare, eccetto quando diventano protagoniste di fatti di cronaca nera. Attraverso un linguaggio corrotto da dialettalismi e neologismi, l’autore raggiunge un’umanità persa e nascosta ma puntualmente viva, illuminata da toni amaramente ironici e grotteschi.
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In commercio dal:
3 settembre 2021
Pagine:
118 p., Brossura
EAN:
9788893433228
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Edoardo Mastice
01 marzo 2022
apologi e monologi
Questa è una raccolta di racconti che a volte somigliano a monologi teatrali. Almeno sedici su ventisei sono pezzi in cui i protagonisti dicono di sè, si narrano: sono dei disturbati mentali che si esprimono in un linguaggio non convenzionale impregnato a volte di dialettismi, di deformazioni linguistiche volute proprio per esprimere più a fondo la personalità turbata dei narratori. Narrano drammi nascosti ai più, infanzie turbate da violenze, fantasie stralunate, sogni assurdi e a volte lirici. È un viaggio in un mondo poco noto, doloroso, e a volte sgradevole per gli spiriti "belli" che voglion sentirsi narrare storielle consolatorie.
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Sheis.Simona
09 febbraio 2022
Non consigliato!
Ciò che idealmente lega queste storie è la follia, la sofferenza, peccato che i termini in cui se ne parli non siano, a mio parere, i più appropriati per affrontare queste tematiche. Non ho amato il linguaggio, ricco di dialettalismi e neologismi, non ho amato la caratterizzazione dei personaggi del tutto assente, non mi ha trasmesso ciò che pensavo di trovare in queste pagine.
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