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Zlata Filipovic: una bambina come tante altre. Ma Zlata è nata a Sarajevo e per lei questo significa conoscere, a undici anni, gli orrori della guerra, le notti in cantina, le raffiche dei cecchini, le case in fiamme, la morte. La guerra le porta via tutto, ma Zlata non si arrende e con questo diario vuole ridare la voce, e la vita, ai tremila bambini morti sotto le bombe di una guerra lunga, e forse non ancora conclusa.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro in linea generale mi è piaciuto ma non ho apprezzato molto come hanno deciso di concluderlo. Come prima cosa mi sento di dire che ho fatto molta confusione coi nomi, questo perché Zlata ha parlato di molte persone. Mi sono affezionata a Cici un gattino che Zlata prende a circa metà libro. Parlando del contesto storico, è sicuramente un periodo di guerra e quindi c'è molta brutalità che si sentiva fortemente nelle descrizioni di Zlata degli avvenimenti. Quello che mi ha stupito di più sono state le parole che la piccola, di soli 11 anni, è riuscita a dire. Ci sono molte frasi che mi hanno colpito. Per me è un libro che tutti quanti dovremmo leggere e che dovrebbero far leggere anche nelle scuole. Perché? Gli eventi si svolgono 30 anni fa! E si parla di bombe e guerre come nella seconda guerra mondiale. Non conoscevo le vicende di Sarajevo e questo libro è stato illuminante. E anche se scritto da una bambina o meglio la guerra vista con occhi di bambino ho trovato il diario molto comunicativo e ho preso una nuova consapevolezza maggiore sulla guerra. (Mi era successo anche col diario di Anna Frank ma in maniera differente)
Qualsiasi testimonianza umana di orrore e dolore merita di essere letto... l'ho apprezzato, ma mi sembra assurdo paragonarlo al diario di Anna Frank.
scusate... questo libro è meraviglioso e molti lo paragonano al diario di Anna Frank... ma solo perchè è bello, non vuol dire che quello di Anna Frank sia un poccio!!
Recensioni
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Nel 1991 Zlata Filipovic´ ha 11 e vive a Sarajevo. Come tante sue coetanee tiene un diario dove registra gli eventi minimi dell'esistenza quotidiana: gli studi, gli amici, i week end in campagna, l'ammirazione per i cantanti, le modelle famose, i divi della TV. Quando scoppia la guerra e nel marzo del 1992 cominciano i primi spari a Sarajevo, il tono del diario cambia radicalmente. All'amica immaginaria di nome Mimmy, consegna per un anno e mezzo la cronaca di giornate completamente diverse da prima: le notti passate in cantina, l'esplodere delle granate, le case in fiamme, le raffiche dei cecchini, la fame, la mancanza di acqua e di elettricità, la morte degli amici, la perdita di speranza di chi la circonda. Una testimonianza coraggiosa e commovente, un'invocazione alla pace diventata un classico della letteratura di guerra.
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