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Il libro è davvero ben scritto e intrigante. Certo, non è facile creare qualcosa di nuovo su un tema, quello degli zombie, che esiste da cinquant'anni. I punti base sono sempre gli stessi: i morti che resuscitano, i morsi infettivi, i colpi in testa per eliminarli. C'è tutto. L'idea di trasferire tutto in Italia è sfiziosa, e, malgrado un po' di sforzi, si può anche accettare che a Rieti ci siano a disposizione centinaia di armi di precisione e migliaia di proiettili per affrontare le orde di zombi... ed è anche interessantissima la rilettura religiosa! Però.. alcuni elementi mi puzzano: chiamare gli zombi ZOM, esattamente come fa Max Brooks... le tecniche di assalto sono identiche... e poi... è la chiave di lettura che è tutta stravolta... Romero ha inventato gli zombi perché fossero un inno all'ANTI MILITARISMO e all'ANTIFASCISMO... non posso pensare ed accettare che un ipotetico colonnello ultrafascista (ma con qualche goccia di grillino nelle vene) è l'unica salvezza dell'Italia e del mondo... il finale, poi, è assolutamente becero... piacerà di certo agli ultrà della Lazio, a quelli che cantano I FORNI LE VOSTRE CASE... e la cosa preoccupante è che tutti i commenti qui esaltano questa filosofia. Forse l'Italia è GIA' un mondo di zombi... come dice Papa Francesco, l'unico che ancora mi piace ascoltare, ultimamente, UN MONDO CHE HA DIMENTICATO LA PIETà è UN MONDO DI MORTI CHE CAMMINANO
Mi sono imbattuto casualmente, navigando su internet, su un titolo che mi ha subito attratto, o, meglio, mi ha attratto una sola parola, "Zombie". Sono andato così a curiosare su questa pubblicazione, sul suo autore e sulla casa editrice che lo ha pubblicato, con la certezza che avessero di nuovo fatto il solito e banale copia e incolla di copertina, testo scopiazzato qua e là, storia banale con morti viventi che mangiano tutto quello che gli capita a tiro, cannibalismo allo stato puro e semplice e scontato finale dei pochi sopravvissuti ivi compresa la bella signorina che tutti vorrebbero portarsi a letto. Esattamente il contrario. Anticipo che non conosco l'autore, che da quanto ho potuto capire milita nei nostri Corpi, o meglio militava, leggasi in pensione, beato Lui, non conosco questa casa editrice, presumo piccola e insignificante di fronte a una Mondadori o una Rizzoli, però devo ammettere che sono rimasto entusiasta di come l'ormai trito e ritrito argomento "Zombie" sia stato affrontato e conseguentemente pubblicato. Un beneplacito a entrambi. Premessa: Voto 10 No, non sto esagerando, mi sono trovato a leggere un libro che solo il buon Romero, precursore dell'antologia Zombie - insuperabile, lo sappiamo - credo avrebbe potuto scrivere, e il suo film ne è la chiara e lampante dimostrazione. Ottimo ritmo, capitoli brevi e incalzanti - che denotano infatti una persona che è sempre stata abituata ad agire molto e parlare poco - ripeto, leggasi la precedente attività svolta dal nostro autore, una capacità di esposizione rapida, veloce e incisiva, pur rispettando i dettagli, che raramente si trova nei testi degli esordienti. A cercare il pelo nell'uovo potrei citare minime ripetizioni, che in ogni caso ci stanno anche, visto e considerato che scrivere di getto quasi duecento pagine su tale argomento richiede veramente una mente prolifica al massimo a livello di immaginazione. Mi verrebbe da chiedermi se veramente non ha fatto questo mestiere - di scritt
Questo libro è una scarica di adrenalina.Uno choc per le nostre sonnolente coscienze sopite.L'Allegoria del Bene e del Male in una Rieti post-apocalittica va in scena nella lotta tra un Colonnello dei Carabinieri che nell'immaginario collettivo rappresenta il Bene, la Certezza, l'Ordine, contro il Caos, il Male, il Disordine, rappresentato in sapiente metafora dagli Zombie.Mai il disordine del nostro Tempo e la contemporanea perdita di ruoli e identità,con la necessità e la capacità di rimettersi in gioco e reinventarsi sono state descritte così bene come nella saga di Nicola Furia.Che vive sulla propria pelle, senza esitare, quanto costa rimanere fedeli alla propria onestà intellettuale,che intuisce la necessità di reinventarsi e 'trasformarsi' senza mai 'perdersi'.Egli uccide, non ha esitazioni, non si fa contagiare dalla pietà.Irremovibile nell'applicazione ferrea della Legge Marziale da Lui stesso istituita.La fa applicare e la applica.Solo così un manipolo di Uomini sfuggirà agli Zombie e ricostruirà nell'Oasi una nuova Umanità. Nicola Furia non può permettersi la Pietà e la Titubanza.Potrebbe apparire 'Disumano' nel suo voler salvare a ogni costo l''Umanità'. Ma il Capo è solo.E' facile avere Pietà quando non dipende da noi.Magari anche lui vorrebbe risolvere la lotta cogli Zombie a tarallucci e vino.Essere Capo è scomodo.Nicola Furia può apparire un sanguinario spietato, ma la sua grandezza si delinea e si perfeziona nel finale, assieme al forte Messaggio di questo libro.Quando Nicola Furia è pronto a perdere la sua stessa vita da 'Uomo', pur di non farsi contagiare dagli Zombie e anche se lo diventerà a sua volta, sarà una scelta consapevole, un sacrificio sommo ma 'voluto' della propria condizione di 'Essere Umano' e giammai perchè si sia mercificato o 'venduto' al Sistema.Gli Zombie siamo noi amici miei, quando non ragioniamo con la nostra testa.Questo libro lascia il segno, amici miei.Grazie Nicola Furia.Scrivi ancora.
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