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Della nuova raccolta, Di nuovo in volo, che comprende cinquantasei poesie scritte negli ultimi anni, si deve innanzitutto notare la qualità letteraria, ancora in ascesa. Nonostante l'età anagrafica, la parabola poetica e l'esperienza di scrittura di Carla è in crescita e le permette di elaborare poesie sempre più essenziali, concentrate, levigate accuratamente in ogni loro aspetto, forti di un'energia non più giovanile ma alimentata e resa potente dal desiderio, che è insieme speranza e disperazione e necessità, di portare a termine il suo «ruolo» di poetessa, di dire ciò che crede di dover dire, combattendo così il caos della morte. La morte, poi, si presenta in molteplici aspetti: la morte delle anime vuote o invase dal male, la morte graduale del corpo che invecchia e della bellezza che sfiorisce e scompare, la morte fisica. Ma la morte che Carla sembra temere maggiormente è quella della memoria: non avere più ricordo degli altri, né essere più ricordata dagli altri le è parimenti insopportabile. L'introspezione lirica si allarga a situazioni che coinvolgono più estesamente la relazione con gli altri e la trattazione di temi sociali danno al suo fare poesia una valenza civile e realistica. E ciò la spinge a dedicare versi alla violenza contro le donne, agli abusi sessuali contro i minori, alle catastrofi mediterranee dell'immigrazione clandestina, ai condoni per gli abusi edilizi, all'arroganza della malavita organizzata, e via via fino alla nostalgia per la vecchia Milano degli artigiani e delle case a ringhiera. (estratto dalla prefazione di Luciano Aguzzi)
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