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Di mare in cielo nei colori dell'alba
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Anno edizione: 2015
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Anno edizione: 2016
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Di mare in cielo nei colori dell'alba
In commercio dal:
1 gennaio 2015
Pagine:
172 p.
EAN:
9788868846411
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ANDREA GIOSTRA
26 giugno 2016
Rossella Paone scrive un bel romanzo, fluido e di scorrevole lettura, che piglia il lettore per mano e lo costringere a leggere fino alla fine, come se assetato di conoscere il finale dovesse bere a cannolo da una bottiglia d'acqua fresca e rigenerante; come l'autobiografia-subliminale che traspare solo ad un lettore attento ed esperto. Il Romanzo racconta di sogni e di realtà, di catartici vissuti onirici e di quotidiani vissuti d'amore e dolore. Quelli che da secoli e secoli chiamiamo "i valori sani umani", che da generazione in generazione ci affrettiamo a dire maniacalmente perduti, non rendendoci invece conto che si stanno semplicemente evolvendo come ogni cosa terrena: la famiglia, l'amore filiale, la speranza, le nostre radici e il nostro passato, la ricerca delle nostre origini biologico-relazionali-affettive, la ricerca della felicità, della misericordia divina, della verità vera, non finzionale; la determinazione e la volontà di ottenere quello per cui siamo venuti al mondo: amare ed essere amati! In fondo noi esseri umani non siamo altro che esseri sociali, e senza la relazione con un nostro simile non siamo nulla, forse nemmeno esistiamo. Paone dà forza e impregna positivamente il suo racconto di queste virtù ancestrali ed al contempo sempre, e per sempre, contemporanee. Il libro racconta la storia di due donne, forse tre, Madre e Figlia, che, loro malgrado, ed al contempo per volontà divina già supplicata, posseggono una speranza apparentemente granitica, come se fosse «il filo sospeso tra la terra, il cielo e, forse il mare...». Ma l'Alba è lì, come una Regina, come il dipinto della Donna più bella e affascinante, che attende i protagonisti della storia così come il lettore; e tutti sono ancora in tempo per immaginare qualcosa che adesso non esiste, e che sicuramente ci fa sperare di vivere una vita che possieda un fulcro inossidabile che si chiama amore terreno.
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Ferz
14 giugno 2016
Comincio col dire cosa non sia, a mio avviso, il romanzo della Paone. Non è libro in cui aspettare la dotta proposta di lemmi ricercati, di figure retoriche ardite, né di fantastici mondi alieni, o in cui avvertire le verità nascoste di questo in cui vivremmo come ignari fantocci di occulti burattinai. Neppure è il luogo in cui s'indaghi di istanze mistiche, pur se impregnato di spiritualità. È, invece, il romanzo in cui cercarci, in quel rapporto con la madre in cui formiamo la nostra personalità. All'Attaccamento, al distacco da lei, alla sua perdita di Bowlbyana docenza, la Paone sembra proporre un nuovo paradigma, il ritrovamento della madre, il ricongiungimento a lei, reale o virtuale che sia. È un romanzo di risvegli, che accadano o no, nella trama in questione, su chi siamo, su quali rapporti abbiamo con noi stessi e la nostra natura terrena e spirituale. L'autrice con candido e acuto narrare, svela segreti e altri ne propone, risponde a domande e altre ne fa in un susseguirsi di istanze intime e introspettive a volte di onirica matrice. Lo stile è semplice, asciutto: le voci narranti mostrano poco del mondo in cui dispiega la storia, raccontando soltanto, lasciando alla costruzione euristica le scene e i caratteri, le atmosfere e gli affetti: ché siano, qui e ora, personale bagaglio del lettore, appena accennati, nella narrazione. La Paone scrive con incedere da fiaba una trama per ognuno che apra il suo mondo a quelli che ella qui dona. Universi di parole dette solo al tempo giusto, scritte e mai recuperate se non per ridare loro vita e far rivivere chi le ha vergate, dare nuova luce agli eventi. Libro da legger d'un fiato o, come suggerisce la protagonista della commovente storia, col suo accedere lento alle pagine del diario materno, senza fretta, col tempo lungo e inesorabile proprio delle attese di speranza che qualcosa di desiderato accada. In fondo si sa: "la preghiera è una linea retta che percorre l'infinito e non è mai abbastanza".
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